Burlando scarica tutti i suoi: «Meno male che c'ero io»

(...) Ma anche il Pd viene rimesso a cuccia dal governatore. Con un intervento a mezzo stampa del segretario regionale, il partito aveva provato a invocare una verifica di maggioranza. Aveva fatto finta di voler separare i buoni (il Pd appunto) dai cattivi sempre chiacchierati (l'Idv persino troppo presente in giunta). Tanto che la stessa opposizione ha puntato tutto sulla questione politica e non giudiziaria, mettendo alle corde Burlando solo quando, a inizio seduta, ha ricostruito l'iter della gara d'appalto per il ponte e ha svicolato sulle tensioni interne alla maggioranza.
A più riprese i consiglieri di centrodestra Marco Melgrati e Matteo Rosso (Pdl), Raffaella Della Bianca (Riformisti) e Edoardo Rixi (Lega) hanno sottolineato «gli strani silenzi del Pd» che, dopo aver scatenato sulla stampa il caso politico, si defilava dal dibattito. Il solo capogruppo Miceli, sul finire della mattinata, è intervenuto unicamente per applaudire Burlando che aveva ricostruito l'iter del bando di gara «per fare chiarezza», limitandosi a ritenere «inopportuno, che l'imprenditore interessato all'appalto facesse telefonate alla Regione Liguria mentre si trovava a casa della Fusco». Ma anche facendo tanti complimenti a Marylin Fusco per essersi dimessa la settimana scorsa e per aver scelto di lasciare adesso anche la commissione urbanistica. Di più, Miceli ha detto che questi due gesti sono «apprezzabili politicamente e in grado semmai di dare nuovo slancio alla maggioranza».
La schizofrenica confusione del Pd ha una giustificazione. E risiede nell'incontro che Burlando ha avuto con la stessa maggioranza. Incontro durante il quale, assicurano i ben informati, il governatore ha alzato la voce e detto a chiare lettere di non essere disposto a farsi coinvolgere per l'incapacità altrui. Alla ripresa dei lavori dopo la pausa pranzo, quando il discorso è finito giocoforza sull'aspetto politico, lo stesso Basso ha provato a ripercorrere la strada di Miceli e a calmare le acque da lui stesso agitate pochi giorni prima. Poi, il secondo intervento di Burlando ha impartito bacchettate ai suoi scolaretti più indisciplinati, specie a quelli che avevano chiesto qualche nuovo scenario politico. «Io stesso, nel dicembre 2010, avevo avuto uno scontro con l'Idv, mi ero detto pronto a dimettermi se avessero insistito sulle loro posizioni - ha fatto nuovamente balenare l'ipotesi del tutti a casa -. Ma capisco che se l'Unione Sovietica invade l'Ungheria qualcuno senta il bisogno di lasciare il Pci e passare ai Socialisti, in ogni altro caso i cambi di casacca non mi piacciono».
Poi le parole su Marylin Fusco, che pure in mattinata aveva fatto un intervento leggendo un discorso preparato a casa e ringraziando Burlando senza neppure sapere che non avrebbe speso una sola parola in suo favore. «Lei ha detto di aver incontrato a casa sua l'imprenditore che era un amico di famiglia in un momento in cui aveva problemi di salute. Di fronte a queste cose, mi fermo - premette il governatore -. Ma se volete la mia opinione personale, quella che mi sono fatto è che ci fossero persone che hanno cercato una sponda in Regione. Non le hanno trovate perché io ho preso le decisioni, anche se nessuno ha fatto pressioni su di me». Prima stoccata a Marylin Fusco che i contatti con l'imprenditore li aveva avuti. Poi l'affondo decisivo, per dire che la sua ex vice ha sbagliato e non può accampare scuse: «In questo mestiere non basta comportarsi bene, in certi momenti occorre persino evitare di dare adito al sospetto di non essersi comportati bene - è la sentenza senza appello -. Sono cose che si imparano nel tempo. Io stesso non ho risposto per giorni alle telefonate di una vecchia amica. Se lo avessi fatto oggi sarei nei guai fino al collo».
Insomma, la presa di distanza da Fusco è netta, ben oltre i tentativi di conciliazione fatti dagli esponenti Pd dopo le sfuriate sui giornali. La stessa opposizione sposta il tiro sul partito dell'Idv. Saso e Rosso ricordano come sia stato proprio Di Pietro a portare il giustizialismo in politica e a esasperare i toni. Rixi e Della Bianca chiedono a Burlando di rivedere le posizioni di tutti gli assessori Idv, di togliere loro le deleghe, invocando anche similitudini con il caso della Lombardia, con i rapporti tra il governatore Formigoni e l'imprenditore Daccò.

Scatenata la replica della consigliera dipietrista Maruska Piredda, che ricorda altre inchieste in corso su esponenti del consiglio regionale, respingendo parallelismi «esagerati con regioni dove ci sono 14 indagati e un condannato». Tutti contro tutti. Un vincitore, Burlando. Tanti sconfitti, su tutti il Pd e i suoi consiglieri che cercavano di farsi spazio.

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