Proprio non vedo come il sindaco di Genova Marco Doria possa parlare di «rispetto delle istituzioni» e plaudire alla «gestione dell'emergenza» perpetrata dal presidente del Consiglio Giorgio Guerello in riferimento alla scorretta invasione che, per la seconda volta, gli ex operai dell'Amiu hanno fatto dell'aula consiliare di Palazzo Tursi. Quanto accaduto è di una gravità inaudita - lo ha ammesso anche il capogruppo del Pd Farello - e denota la progressiva deriva violenta e provocatoria che sta assumendo il confronto «politico», cittadino e non.
Se fossi stato rieletto al consiglio comunale di Genova, avevo già messo in calendario una richiesta forte per la messa in sicurezza dell'aula rossa di Palazzo Tursi, perché così (fatti analoghi erano già accaduti nel ciclo amministrativo appena concluso) non si può proprio andare avanti. I Consiglieri e la Giunta non possono sentirsi ostaggio di nessuno e devono poter operare nella massima sicurezza.
Cedere alle pressioni dei violenti, quand'anche avessero una qualche ragione, è sempre sbagliato: di questo passo non si fa che accelerare il momento del «venire alle mani», come evocato dal Sindaco, o anche peggio, come invece io temo.
Non è lontano il giorno in cui, chi entra in aula, si sentirà anche «padrone» della stessa.
Pur rendendomi conto della difficoltà del far fronte a casi così difficili e straordinari e riconoscendo quindi ai cursori, al Presidente e ai vigili la capacità di optare, lucidamente, per il «male minore», in linea di principio non posso che condannare l'episodio e augurarmi, per il bene di questa nostra tentennante democrazia, che la reazione a fatti analoghi che si potessero, speriamo di no, verificare ancora, sia di tutt'altro tenore.
*già Consigliere Comunale
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