Laereo con 8 cittadini italiani diretti a Los Roques il 4 gennaio 2008 è sparito nel nulla. Quindici mesi dindagini tra Italia e Venezuela, basate sullipotesi dellaffondamento dellaereo, non sono serviti a chiarire i contorni di questo mistero. Anche se ufficiosamente, le voci del presunto ritrovamento del relitto nei fondali dellarcipelago venezuelano sono state smentite dai familiari. Lindagine italiana è ferma, e ora il Csm vuole capire perché.
Il sostituto procuratore Maria Caterina Sgrò sarà ascoltato martedì dalla Prima commissione, assieme al procuratore capo della Repubblica di Roma. La titolare dei due fascicoli 316/08 e 776/08 relativi alla scomparsa dellaereo Let 410 della compagnia Transaven dovrà spiegare perché, come sostengono i familiari nellesposto presentato giovedì a Palazzo de Marescialli, le ricerche compiute dalla Protezione civile venezuelana alla ricerca del relitto non abbiano dato «alcun esito» e perché la magistratura italiana non abbia dato alcun peso alle «circostanze quanto meno dubbie sulla ricostruzione ufficiale dellaccaduto fornita dalle autorità venezuelane». E soprattutto se il pm Sgrò abbia nominato un consulente tecnico per valutare i documenti in possesso dellAgenzia nazionale sicurezza al volo italiana, abbia acquisito informazioni sui tabulati dei telefoni cellulari dei passeggeri dellaereo allora dellSos (dai quali sarebbero partite tre telefonate diverse) e abbia indagato sui misteri legati al ritrovamento del cadavere di uno dei membri dellequipaggio, ritrovato molti giorni dopo a distanza di centinaia di km dal luogo del presunto ammaraggio, la cui autopsia presenta molti punti oscuri, come da tempo chiedono i familiari.
Nelle scorse settimane il Giornale aveva ipotizzato che il Let 410 fosse stato sequestrato dai narcoavionetas, come già avvenuto nella zona con altri piccoli aerei in passato.
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