Incentivi fiscali e bassi stipendi: in Lettonia la crescita è a due cifre

Un convegno per portare le imprese italiane a investire nel paese baltico

Maddalena Camera

da Milano

Due milioni e mezzo di abitanti, un territorio che è una volta e mezzo la Lombardia, foreste sconfinate e un grande porto nella città, la più grande dei Paesi baltici, che è anche la capitale, Riga. La Lettonia si presenta in un convegno, organizzato da Promos e Ice, che si svolgerà a Milano a Palazzo Turati mercoledì prossimo 18 ottobre per offrire nuove opportunità di business alle imprese italiane. Perché andare a produrre in Cina se a poco più di due ore di volo si può trovare un Paese che offre incentivi ed agevolazioni fiscali alle aziende? Per rispondere a questa domanda arriverà Aigars Stokenbergs che della Lettonia è il ministro dell’Economia. «Vogliamo far conoscere alle piccole e medie imprese italiane - ha spiegato Patrizia Signorini, console onorario delle Lettonia per la Lombardia - la realtà lettone, dove ci sono ottime possibilità di investimento in diversi campi, come l’immobiliare. Qui i rendimenti per immobili adibiti a centri commerciali è elevato: circa il 9%. E lo stesso si può dire per gli uffici e gli immobili industriali». La Lettonia la cui crescita del Pil nel 2006 è stata dell’11%, spera che le aziende italiane decidano di spostare in quel Paese la produzione. Anche perché gli stipendi sono bassi. «Oltre ad avere un sistema fiscale interessante - ha aggiunto il console - con una imposizione per le persone giuridiche al 15% e al 25% per quelle fisiche, il costo della manodopera è allettante.

Gli stipendi medi vanno dai 175 ai 350 euro al mese». Premesse interessanti. In Europa del resto gli sgravi fiscali hanno fatto miracoli proiettando in alto economie depresse come quella irlandese. E la Lettonia vuole intraprendere con forza questa via.

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