«Cafoni dal materasso alla rete»

Roberto D'Agostino, padre fondatore del cliccatissimo sito Dagospia è il vero cantore ed esegeta del popolo dei cafoni. Tanto da aver creato una rubrica ad hoc universalmente nota: Cafonal, con le foto del «paparazzo» romano Umberto Pizzi, immortala i protagonisti della Grande Bellezza trash, che si annidino nei palazzi del potere o nelle periferie dove i giovani tatuati.
Come è cambiato il Cafonal all'italiana?
«La principale evoluzione è la voglia di mettersi in mostra sulla rete del popolo del kitsch. Che è stata anche la fortuna della rubrica. Le foto che vengono postate vengono dai social network come Facebook, twitter e instagram».
Il «tamarro» esiste in quanto condivide.
«Sì. Ormai anche le star a mettere in Rete le loro foto. Neanche più la fatica di fare scatti “rubati“. In quel mondo la privacy non esiste: si mostra tutto, si mostra il brutto».
Vedi le immagini osè di Wanda Nara
«Certo. È stata la fanciulla a metterle in rete attraverso i social. Sono state postate le sue foto in pose provocanti come anche quelle con il neo marito. Due web-mostri. Dal materasso alla rete il passo di Wanda Nara è stato breve».
Con i social, quindi, tutto cambia, non basta più solo il quarto d'ora di notorietà.

«Sì. Un tempo si era famosi per quindici minuti.

Ora si è famosi ogni minuto. Così è cambiato anche il cafone che posta foto ogni momento e fa sapere a tutti quello che sta facendo. È famoso il titolo “Io sono la mia fiction“. Infatti è il soggetto stesso che va in Rete, non la sua immagine».

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