Roma Il Partito popolare europeo lancia il Six Pack sulla Giustizia. Un patto fra Stati, un pacchetto di riforme che questa volta non riguarderanno il pareggio di bilancio ma il funzionamento degli uffici giudiziari penali e civili perché non può esserci crescita economica se il sistema giudiziario è ingolfato. Jean-Claude Junker (che poteva contare anche sul voto di Angela Merkel) è stato appena scelto come candidato alla presidenza della Commissione Europea durante il Congresso del Ppe di Dublino, battendo con 382 voti a favore il francese Michel Barnier, 245. E Junker nel suo discorso ha subito posto l'accento proprio sul tema della giustizia. «Dobbiamo mettere in campo un Six Pack per una giustizia efficiente e di qualità che contribuisca a sostenere i nostri cittadini e la nostra economia - afferma Junker - Dobbiamo difendere i nostri valori così come la nostra economia». Un patto europeo per una Giustizia più giusta e meno ideologica è frutto anche del lavoro e dell'impegno su questo tema della delegazione italiana di Forza Italia. Anche il presidente dello schieramento centrista, Joseph Daul, ha affrontato il tema della Giustizia sottolineandone con forza il pessimo funzionamento in alcuni paesi. Per Daul una giustizia civile efficiente è strumento fondamentale per la crescita dei cittadini e dell'economia.
A parlare al posto del leader Silvio Berlusconi (al quale è stato negato il permesso d'espatrio dai giudici di Milano) il vicepresidente della Commissione Ue, Antonio Tajani che ha aperto il suo intervento sottolineando appunto un'ingiustizia, ovvero quella di aver negato a Berlusconi la partecipazione al congresso anche se come leader del suo partito ha incontrato il capo del governo ed il capo dello Stato durante le consultazioni.
Nel suo intervento, molto applaudito, Tajani ha chiesto «un'Europa più politica e meno burocratica» che sappia guardare alla crescita e allo sviluppo e che non chieda soltanto sacrifici. Per Tajani gli europei tutti insieme devono esser capaci «di sogni folli» citando Erasmo da Rotterdam. «Occorre un'Europa diversa lo dobbiamo ai nostri figli - ha concluso Tajani - Il Ppe non dove essere il partito dei sacrifici ma il partito dello sviluppo e della crescita».
A credere nell'Europa e nelle sue potenzialità anche la rockstar mondiale Bono, il cantante irlandese leader del gruppo degli U2, che ha parlato dal palco del congresso catalizzando l'attenzione di tutta la platea compresi la Merkel e l'attuale presidente della Commissione Ue, Josè Manuel Barroso. «Io credo nell'Europa e la amo per i suoi successi e per i suoi fallimenti - ha detto Bono - ringrazio tutti i politici che si sono impegnati per mantenere vivo il sogno europeo, per cercare di rendere realtà le possibilità europee». Ma per conquistare definitivamente il cuore di Bono, ha concluso il cantante, l'Europa dovrà cambiare e trovare un'unità non soltanto «economica» ma diventare una vera e propria «unione sociale» mettendo in gioco «i sentimenti» dei popoli.
Al congresso del Ppe ha partecipato anche il Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano.
Presenza aspramente criticata da Elvira Savino, capogruppo di Forza Italia in Commissione Politiche della Ue alla Camera. «Alfano vuole avere un piede in due scarpe - afferma la Savino -. A Dublino dice che sostiene il programma del Ppe mentre a Roma sostiene quello del Pd che è quello del Partito socialista europeo».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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