il retroscena 2

il retroscena 2

Roma È fronda interna al Pdl o solo impulso al rinnovamento la mossa di Giuseppe Pisanu (nella foto)? Vuole frammentare o aggregare nuove forze attorno al partito? Il documento del presidente dell’Antimafia, firmato da Lamberto Dini e altri 27 pidiellini, è ancora qualcosa di misterioso e dunque pericoloso per gli effetti che può avere sull’affollata caccia ai voti moderati. Quell’appello ad andare «oltre il Pdl» rivolto a liberaldemocratici, cattolici e laici appare ai più come un siluro al segretario Angelino Alfano e al Cavaliere. «Sono giochetti da prima Repubblica», accusa Maurizio Lupi. Gli attacchi a Pisanu non mancano, soprattutto dagli ex An. «Non penso che i cittadini vogliano una rinascita della Dc», ironizza Ignazio La Russa. «Il Pdl deve restare la casa dei moderati. Chi genera frazionamento favorisce Bersani e la sinistra», avverte Altero Matteoli. Mentre Maurizio Gasparri cerca di placare gli animi: «Non ci sono fronde o correnti, né frazionismi e fuoriusciti, c’è solo un dibattito».
Preoccupa che Pisanu si sia mosso mentre Pier Ferdinando Casini liquidava l’Udc e annunciava la nascita di un nuovo partito. Soprattutto se il segretario centrista Lorenzo Cesa sottolinea che «non è casuale» e rivela che «da mesi si discute anche con loro», alludendo a Pisanu, Dini & Co. In più, Rocco Buttiglione parla di porte aperte non solo a Fli e Api, ma anche al Pdl in cui c’è «fermento». E Italo Bocchino del Fli auspica «uno scatto d’orgoglio del Pdl».
Rincorrere Casini, avverte Carlo Giovanardi, sarebbe andare «al di là del senso del ridicolo». Ma i firmatari del documento rivendicano le loro ragioni. Per Raffaele Lauro, «in questo modo si soffoca il dibattito interno» e si dimostra che il Pdl soffre della «sindrome del capo carismatico». Ombretta Colli assicura che «non è la fine del Pdl, ma è il momento di riflettere». E un altro del gruppo, Claudio Fazzone, raccomanda di non strumentalizzare quello che è un «contributo di riflessione interna per accelerare il progetto» a cui lavora Alfano.
Come tutto in questo momento il Pdl cambia o, almeno, sa di dover cambiare. In che modo è tutto da vedere. Anche perché il progetto di Alfano sembra alternativo a quello di Pisanu.

Al segretario, Claudio Scajola assicura appoggio sulla via verso la costituente del Ppe in Italia, «senza lanciare Opa sul partito, ma guardando con interesse a proposte per costruire il partito dei moderati». Però questa nuova alleanza, sottolinea Sandro Bondi, può nascere solo «rafforzando il Pdl». Oltre, non si va da nessuna parte.

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