L’Atm racconta la sua storia sui biglietti del tram

Gianandrea Zagato

L’unica variante è che, oggi, è vietato fumare. Allora, settantacinque anni fa, accendere una «bionda» sui velluti rossi del tram era il fascino delle novità, il segno distintivo dell’appartenenza a una borghesia meneghina che si apriva all’Europa.
Ricordo di quelle vetture tramviarie - color verde vagone nella parte inferiore e verde veronese in quella superiore, con tanto di fumoir - che ancora fanno bella mostra di sé in quel di San Francisco: simboli del passato, della memoria storica di Milano incarnata dall’Azienda tranviaria milanese. E che tutti, ma proprio tutti, potremo rivivere con un album voluto per ripercorre la storia del trasporto pubblico: collezione di emozioni e di ricordi attraverso centoquaranta biglietti ordinari, ognuno dei quali accompagnato da una scheda tecnica che consente di meglio conoscere e apprezzare le caratteristiche dei veicoli che muovono Milano.
L’album-raccoglitore sarà disponibile ai primi di settembre presso l’AtmPoint di piazza Duomo e parte dalle prime vetture trainate da un cavallo per arrivare ai giorni nostri, ai moderni Eurotram e Sirio. Come dire: un vero e proprio viaggio per appassionati (e non) che potranno scoprire non solo storia e tradizione ma anche scienza, tecnica e economia ovvero gli elementi dell’evoluzione toccati dal trasporto pubblico. Occasione unica per (ri)toccare con mano le nuove tecniche e le nuove scoperte che con la raccolta Atm - da oggi presso le rivendite autorizzate sono disponibili i biglietti da collezione (utilizzati, naturalmente, per bus e metrò) al prezzo di un euro - danno uno spaccato sul «come eravamo» che aiuta a capire ciò che siamo diventati. Appuntamento che si apre con due ticket, quello del «treno 1° lotto linea metropolitana 1 - anno 1962» e del «treno 2° lotto linea metropolitana 1 - anno 1965», seguiti il 2 agosto dal biglietto «treno 1° lotto linea metropolitana 2 - anno 1970» insieme al «treno 5° lotto inverter linea metropolitana 2 - anno 1997».
Ma in circolazione c’è già un terzo biglietto da collezione: «È quello che immortala la Carrelli 1504, vettura ancor oggi funzionante anche se viene usata solo per occasioni speciali» dice Roberto Massetti, direttore generale dell’Atm. «Vettura, la 1504. che ha visto passo passo l’evoluzione e la trasformazione di Milano e dei suoi abitanti». «Evoluzione» che parte dal primo omnibus, vettura a cavalli, «iniziò la gestione dei trasporti pubblici su tre linee con la tariffa delle corse che era di dieci centesime di lire durante le ore notturne e di 15 in quelle serali, quando si doveva accendere una grande lampada ad olio all’interno delle vetture».

Primi passi nella Milano degli ambrosiani vecchio stampo, con quel senso dell’efficienza, dell’orgoglio cittadino e del pragmatismo che ancora oggi resiste.

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