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L’ex ministro va a caccia degli elettori di sinistra

da Parigi

«Loro parlano dei lavoratori, ma non sanno neanche dove stiano di casa», dice Nicolas Sarkozy durante la sua visita a un cantiere edile di una zona disagiata di Parigi. «Loro» sono i seguaci della sua rivale socialista Ségolène Royal, che - secondo il candidato della destra - non hanno alcuna dimestichezza col mondo del lavoro e con la “Francia operaia”. I sondaggi realizzati in occasione del primo turno elettorale, domenica scorsa, sembrano dar ragione a Sarkozy, che ha avuto il voto del 20 per cento degli operai francesi, mentre un altro 20 per cento si è espresso per Jean-Marie Le Pen e un 15 per cento per Bayrou. Morale: la classe operaia non considera più il voto a sinistra come un passaporto per il paradiso.
Questo Sarkozy “operaio” di ieri ha utilizzato in più d’una occasione i toni e gli argomenti cari al repertorio della comunicazione progressista e riformista, ma alla fine non ha mai dimenticato d’aggiungere che solo una politica economica rigorosa può consentire sviluppo e lotta al flagello della disoccupazione. Dunque nell’ottica di Sarkozy il vero progressista è lui e non certo la socialista Ségolène Royal, con cui si scontrerà alla battaglia campale del 6 maggio. Rispondendo alle domande di Le Monde, in un’intervista pubblicata sulla prima pagina del numero datato oggi 26 aprile, Sarkozy afferma: «Io voglio dire agli elettori di sinistra, che credono all’ordine nel progresso, che proprio io sono il candidato del progresso, mentre Ségolène Royal vuole lo status quo».
Sarkozy insiste sulla «necessità di far muovere la Francia» nel corso dei cinque anni della prossima legislatura e ricorda d’avere al proprio fianco l’economista Eric Besson, che ha abbandonato in febbraio il partito della Royal e la propria carica di responsabile nazionale del settore economico socialista. Secondo Sarkozy, proprio il fatto di lavorare con Besson è una garanzia dell’orientamento progressista della sua strategia di rilancio del Paese.
Poi - sempre nell’intervista a Le Monde - Sarkozy si lancia in una nuova apertura a sinistra, sostenendo d’aver scelto argomenti progressisti per la propria campagna elettorale in vista dell’Eliseo: «Io - dice - sono un candidato della destra repubblicana che fa campagna sul potere d’acquisto e va sistematicamente nelle fabbriche: si potrebbe ben dire che vado verso la sinistra. Voglio ricordare che il potere d’acquisto era un tempo il tema di campagna preferito dal Partito comunista e la presenza sistematica nelle fabbriche era una prorogativa dell’estrema sinistra». E ancora: «Gli operai attendono da me la soluzione al problema del potere d’acquisto, un impegno contro la delocalizzazione delle fabbriche» e «l’affermazione di una preferenza a favore del Made in Europe».


Alla domanda su come organizzerebbe la sua prima settimana all’Eliseo, Sarkozy risponde: «Fin dal primo giorno io proporrò ai partner sociali quattro conferenze», riguardanti l’uguaglianza salariale uomini-donne, la riorganizzazione del lavoro, la lotta contro lo stress sul lavoro e la «democrazia sociale», con tanto di rilancio della libertà sindacale e del dialogo all’interno delle imprese.

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