Gian Micalessin
Teheran può già cantare vittoria. Ha diviso lOccidente, isolato gli Stati Uniti, ridicolizzato il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, piegato lUnione europea. Il risultato è davanti agli occhi di tutti. Kofi Annan - arrivato a Teheran dopo la scadenza dellultimatum del Consiglio di sicurezza il cui mancato rispetto è certificato da un rapporto dellAiea, lAgenzia internazionale per lenergia atomica che fa capo alle stesse Nazioni Unite, glissa palesemente e dichiara di credere più alla pazienza che alle sanzioni.
I ministri dellUnione europea, riuniti in ordine sparso in unavita fortezza finlandese, scelgono di non decidere e affidano al responsabile della politica estera Janvier Solana la responsabilità di un ennesimo negoziato. Gli Stati Uniti, sempre più isolati, rischiano di bruciarsi le dita agitando un cerino delle sanzioni che nessuno vuole più reggere. Gli unici a mantenere una coerente linearità sono gli iraniani.
Il trionfante presidente Mahmoud Ahmadinejad, pronto oggi a incontrare il segretario generale dellOnu, ribadisce gli slogan di sempre. «Il nostro popolo non intende rinunciare a una virgola dei propri diritti, vogliamo utilizzare lenergia nucleare per scopi pacifici e i nostri ufficiali difenderanno questi obiettivi con tutta la fermezza necessaria durante i negoziati», ripete facendo intendere che lIran avrà ben poco da offrire sia ad Annan sia a Solana. Che cosa ci sia ancora da chiarire dopo due anni di negoziati e un anno di vari ultimatum dellAiea e del Consiglio di sicurezza ignorati da Teheran è difficile da capire. «Ci servono ancora uno o due incontri per chiarire alcuni punti della risposta iraniana», spiega Solana. E aggiunge che gli «incontri non sono negoziati», bensì una «verifica» sulla possibilità di un nuova trattativa con i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza dellOnu e la Germania. «I negoziati potrebbero essere con i 5+1 e con me», conclude Javier Solana.
Insomma unestrema trattativa per capire se Teheran voglia scendere a patti o preferisca continuare la sua sfida alla comunità internazionale. Il rimescolamento di carte operato dai ministri degli Esteri europei nelleremo di Lappeenranta fa però saltare tutti gli appuntamenti finora fissati. Solana quasi certamente non andrà più a Berlino il 6 settembre per incontrare il negoziatore iraniano Alì Velayati. Di conseguenza lincontro dei «5+1», fissato nella capitale tedesca per il giorno dopo, diventa di un appuntamento di routine. A questo punto - vista la decisione dei ministri europei di concedere a Solana due settimane di tempo - nulla avverrà prima dellassemblea generale dellOnu del 25 settembre a New York.
I tempi sono confermati anche dal ministro degli Esteri Massimo DAlema, che definisce la missione di Solana una sorta di «stretta finale» prima dellassemblea generale. Secondo DAlema, se il tentativo di Solana «non avesse successo, si aprirebbe un altro tipo di discussione, e il dossier passerebbe al Consiglio di sicurezza dellOnu». A quel punto tutto resterebbe però ugualmente irrisolto.
Lindecisione e i ritardi europei legittimerebbero la persistente opposizione di Cina e Russia a qualsiasi misura punitiva, rendendo ancora più lunghi e complessi gli accordi sulle eventuali sanzioni allIran. DAlema accenna, però, anche al possibile coinvolgimento di Teheran in un negoziato «più ampio, per la stabilizzazione politica dellarea». Il responsabile della Farnesina sembra insomma offrire al protettore e «deus ex machina» di Hezbollah, la possibilità di giocare un ruolo nei complessi negoziati sulla questione libanese. Lidea, già avanzata dalla Francia prima del cessate il fuoco in Libano, spiegherebbe secondo alcuni la voglia europea di non tagliare i ponti con lIran. Una voglia assecondata da Kofi Annan che, in unintervista a Le Monde, auspica, non a caso, maggiore pazienza con la Repubblica islamica. «Le sanzioni non sono la soluzione di ogni problema - dichiara il segretario generale dellOnu -, a volte un po di pazienza è molto più efficace, e secondo me dovremmo utilizzarla più spesso».
Secondo alcuni, insomma, la nuova missione di Solana e quella attuale di Kofi Annan punterebbero a un totale ribaltamento della questione nucleare iraniana.
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