Francesco Rizzo
Si gioca tutti i giorni al mondiale di volley: il prezzo lo pagano muscoli e articolazioni ma il vantaggio è che non c'è tempo per tormentarsi con le delusioni, bisogna reagire subito. La fa, e bene, l'Italia, che batte 3-0 (a 22, 19, 23) la Repubblica Ceca, cancella i cattivi pensieri del ko al debutto con i bulgari, vuole imitare le ragazze che, superate allesordio nel loro mondiale, sono poi arrivate a giocarsi le medaglie.
Il primo successo nell'asettico White Ring di Nagano, fra urla dello speaker, seggiole vuote e giapponesine con bandiera italiana, è di quelli nitidamente autografati dal nostro ct Gian Paolo Montali: portano il segno di chi ha studiato l'avversario, grazie al fiume di dati statistici che ormai ha trasformato il volley in una variante del Risiko. La Repubblica Ceca è fra l'altro uno dei Paesi europei che più foraggiano il nostro campionato, cinque suoi nazionali si guadagnano da vivere fra A1 e A2. Incidiamo con il servizio, l'arma con cui i bulgari ci hanno steso, dominiamo a muro (16-5), facciamo paura con un centrale, Mastrangelo, a una squadra che punta molto sui suoi centrali, Rak di Modena e Lebl di Perugia, togliamo dalla partita l'opposto Stokr, altro «perugino». È la vittoria di chi si nota, come Papi e Cisolla, top scorer con 15 punti fra cui altri 4 muri, e di chi si nota meno, come Corsano, capace di ricezioni spettacolari. I ceki hanno la mira incerta e contro di noi sono al sesto ko su sei gare ma i nostri flop e malumori estivi si allontanano, l'Italia comincia la scalata verso la seconda fase.
Il mondiale intanto affonda le ambizioni di Cuba (3-0 dai tedeschi e Juantorena, nipote dell'ex-mezzofondista, appiedato per un presunto caso di doping), mentre la classifica del nostro girone è guidata dalla Bulgaria (3-0 agli Usa, ancora a secco) e dal Venezuela, che ha ceduto un set agli iraniani. Cioè i nostri avversari di stamane (ore 9.55, diretta Rai 3), che non incrociamo dal 1970, quando un'Italia lontana dai trionfi recenti lasciò loro una manciata di punti.
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