Il lago di Dante era nelle mani della camorra

Pozzuoli (Napoli)La camorra era proprietaria addirittura di un lago, uno dei più belli e ricchi di storia di Napoli. Il lago d’Averno era di proprietà del clan dei Casalesi, gruppo Giuseppe Setola, detto ’o cecato (il cieco), il capo della cosiddetta ala stragista della cosca di Casal di Principe.
Ieri mattina, gli agenti del Centro Dia di Napoli lo hanno sequestrato e tolto ai latitanti della più sanguinaria cosca campana. Il lago era intestato a Gennaro Cardillo, un prestanome di Setola. Cardillo si trova da tempo in carcere con l’accusa di favoreggiamento aggravato nei confronti del clan capeggiato da ’o cecato. Il lago è situato in una zona bella e suggestiva e frequentata da turisti e giovani provenienti dal resto della regione, soprattutto nei week-end.
La Dia ha sequestrato nelle vicinanze anche ristoranti, alberghi e agriturismi utilizzati dal clan Setola per garantire un rifugio sicuro ai suoi latitanti e ai killer che lì si recavano per sparire per un po’ di tempo dalla circolazione dopo avere compiuto una missione di morte. Setola, fino a poco tempo prima che fosse arrestato, a gennaio dello scorso anno, si recava spesso al ristorante «Terra mia» (sequestrato) sia a pranzo sia a dirigere le riunioni operative del clan.
Gli inquirenti della Direzione distrettuale antimafia, coordinata dal Procuratore aggiunto Federico Cafiero de Raho, non hanno dubbi: locali e alberghi sono stati acquistati con il denaro proveniente dal traffico della droga e dalle estorsioni. In base alla ricostruzione contabile operata dalla Dia, la società Country Club (sequestrata) acquistò nel 1991 al costo di un miliardo e 200 milioni di lire il lago d’Averno. Ma il sequestro ordinato dalla Dda si inserisce in una battaglia legale non ancora risolta, sulla destinazione pubblica o privata del lago. Da una parte si trovano lo Stato e la Regione Campania, dall’altra Gennaro Cardillo. La guerra a colpi di carte bollate per il momento si è conclusa con due contrastanti provvedimenti giudiziari, emessi nel 2005 dal Consiglio di Stato e nel 2008 dalla Corte di Cassazione.

Ma ieri sera tramite una nota la Suprema Corte ha ribadito che il lago è un bene demaniale. I beni sequestrati dalla Dia diretta dal vicequestore Maurizio Vallone ammontano a circa 15 milioni di euro.
carminespadafora@libero.it

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