Il Checco Zalone del suo ultimo film non lo avrebbe mai permesso. "Il posto fisso è sacro", era il mantra del senatore Binetto simbolo della "Prima Repubblica". Eppure, a quanto pare, c'è chi è disposto a non seguire questo stile di vita. Negli ultimi mesi, infatti, l'imprenditrice Stefania Montù ha vissuto un'esperienza cui forse non avrebbe mai pensato di assistere: da luglio ben cinque dipendenti, assunte a tempo indeterminato, si sono licenziate in tronco.
Le lavoratrici che hanno deciso di rimanere a casa sono mamme tra i 40 e i 50 anni. I contratti prevedevano, secondo quanto raccontato dalla Gazzetta di Mantova, un monte ore da 30 o 40 ore settimanali. Eppure, in un'Italia con un tasso di disoccupazione elevato, si sono tutte dimesse. Perché? "Lamentavano di non avere più tempo per le loro cose, perché non erano felici – riferisce la Montù al quotidiano locale – Dal mio punto di vista, il problema è che oggi non si riesce più a dare al lavoro il giusto valore. La felicità va trovata anche nel lavoro, ma prima di tutto occorre avere voglia d’impegnarsi".
Al momento non si conosce la versione delle dipendenti. Per la Montù le cause non sarebbero né l'eccessiva pressione ("con sette attività da gestire, e tra cui dividermi, non avrei nemmeno il modo di pressare le mie dipendenti"), né gli obiettivi minimi che il negozio deve raggiungere ogni mese.
Né, e questo è un punto fondamentale, c'era nell'aria il rischio di un licenziamento ("Ho investito nella loro formazione e sarebbero state tutte confermate").Alla fine, quindi, non resta che l'amaro in bocca e una considerazione lapidaria: "Ci vuole più entusiasmo e meno lamento". Altrimenti il lavoro non arriva.
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