(...) Ma Marisol Toral Villon, ecuadoriana di 40 anni elegante e curata, non ha intenzione di arrendersi a non vedere più la bambina. Che, dalle festività di Natale del 2007, senza preavviso, le è stata portata via. Ed è sparita, non solo per lei, ma anche per tutti i suoi familiari. La donna, proveniente da una famiglia benestante in Ecuador, è a Genova insieme con la madre. Il marito, incontrato alla fine degli anni Novanta e sposato nel 2000, e dal quale si è separata quando la figlia aveva un anno, nel 2004, è stato condannato in primo grado per minacce e lesioni tanto sulla compagna quanto sulla suocera, entrambe pestate dalluomo con laiuto di un nipote, pure lui condannato. Le denunce nei confronti di Marisol (accusata dal marito di allontanarlo dalla figlia) sono state invece tutte archiviate. E poi ci sono i referti degli ospedali e le relazioni dei carabinieri, chiamati spesso autonomamente dai vicini di casa della coppia, che testimoniano come la donna sia stata oggetto di ripetute violenze.
Ci sono inoltre le richieste di spiegazioni al tribunale da parte delle dirigenti scolastiche dellistituto privato di suore che la bambina frequentava: le maestre hanno sempre sostenuto la mamma, ma non il padre. Ma le loro valutazioni non sono state ritenute degne di interesse alcuno.
In particolare luomo aveva denunciato alle assistenti sociali che la madre non mandava la figlia allasilo al solo scopo di non farla vedere al papà. «Questo è stato ritenuto vero dalle assistenti sociali senza nemmeno verificare il registro delle presenze di mia figlia alla scuola materna - dice Marisol Toral -, sempre regolari, a parte le normali assenze certificate dal medico di base e che qualunque mamma ben conosce nei primi anni di asilo».
Ma adesso contro il muro di gomma innalzato dalle assistenti sociali i legali della donna hanno sporto una denuncia. «Riteniamo che il personale che ha seguito il caso, forse per leccessiva mole di lavoro a cui sono sottoposte queste strutture, non abbiano deciso per il bene della bambina, ma si siano fidate delle parole del padre, senza verificarne appieno la veridicità» spiega lavvocato Valentina Traverso, che segue il caso. Ad oggi né i legali della signora Marisol, né alcuna persona della sua famiglia sa dove si trovi la bambina. Non è stato possibile nemmeno contattarla per telefono. Per di più non risulterebbe, al momento, ai legali della signora, che le assistenti sociali continuino a monitorare le condizioni della bambina. Di contro non esiste alcuna perizia che giudichi la mamma non idonea a crescerla.
Il fatto ritenuto grave dai legali della donna e dalle autorità ecuadoriane, che stanno seguendo con apprensione la vicenda giudiziaria, è che la bambina sia stata allontanata dalla mamma e anche - come si diceva - dalla nonna materna. I giornali sudamericani hanno dato risalto alla vicenda anche per questo motivo. Perché non far più sapere nemmeno alla nonna materna, priva di qualsiasi ombra giudiziaria, ma solo vittima dei maltrattamenti del genero, dove la bambina si trova attualmente? In più la signora Toral lavora regolarmente ed è ben inserita nel contesto sociale cittadino. Ma per la giustizia italiana non merita nemmeno una risposta.
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