Milano, rivolta a Chinatown: 300 immigrati contro la polizia Moratti: "No a zone franche"

La protesta dopo una contravvenzione a una commerciante. Corteo con bandiere rosse. Il console cinese: difendiamo i nostri interessi legali. Fi: indignati da queste parole. Presidio in via Sarpi e negozi chiusi. Le foto

Milano, rivolta a Chinatown: 
300 immigrati contro la polizia 
Moratti: "No a zone franche"

Milano - Rivolta con tumulti, tafferugli, scontri, cariche della polizia e feriti ieri pomeriggio in via Paolo Sarpi, nella Chinatown del capoluogo lombardo. Il "quartiere cinese" sembrava una via dele banlieu perigine. Tuttom è iniziato con una multa, un'aggressione ai vigili urbani, centinaia di cinesi scesi in strada per protestare. La tensione, altissima da tempo nel quartire invaso dalle attività commerciali al dettaglio e dai grossisti cinesi, è esplosa. Da tempo i residenti italiani chiedevano di mettere un freno alle attività commerciali legali e illegali, c'erano state proteste ripetute degli abitanti, assembleee infuocate, accuse al Comune che è intervenuto dettando regole precise e controlli rigorosi sulle attività degli immigrati. Un giro di vite che non è piaciuto. Ma veniamo ai fatti.

La rivolta innescata da una multa Gli agenti stavano cercando di multare una commerciante cinese. La donna avrebbe reagito al sequestro del veicolo. Dal diverbio con i vigili è nata la sollevazione contro i vigili che sono stati aggrediti, messi in fuga e sono stati costretti a far intervenire la polizia. Da un primo tafferuglio tra le forze dell'ordine e una decina di cinesi che hanno assalito i "ghisa" si è passati a un fitto lancio di bottiglie. Poi un macchina è stata rovesciata, altre due dei vigili sono state danneggiate. Quindi i cinesi hanno cominciato a protestare sventolando bandiere della Repubblica popolare. Persone con i megafoni si sono messe ad arringare la folla in strada che è andata via via aumentando. La polizia è intervenuta con cariche per cercare di disperdere i manifestanti. Scontri ripetuti che hanno causato feriti sia tra le forze dell'ordine che tra gli immigrati. Scena da guerriglia urbana. Momenti di paura.

Il corteo Quando sembrava essere tornata la calma è partito un corteo. oltre 500 persone dirette in Duomo. La manifestazione, partita da via Niccolini, si è fermata all'incrocio fra via Sarpi e via Bramante causando problemi alla circolazione. I cinesi hanno issato alla testa del corteo uno striscione rosso a scritte nere che recita: "Violenze, abusi sulla comunità cinese". "È giusto che i cinesi vengano picchiati": un italiano di circa 30 anni si è così rivolto, passando in via Bramante, ai manifestanti cinesi del presidio. E' stato aggredito e picchiato. L'uomo è stato salvato dal linciaggio da parte delle forze dell'ordine. Sono inziate le trattative con il console per bloccarla e calmare gli animi. In serata è stato anche rimosso il blocco.

I feriti Sono 14 gli agenti della polizia municipale contusi a seguito degli scontri. I casi più seri riguardano cinque cinesi, che sono stati portati dal 118 agli ospedali Fatebenefratelli e al Niguarda. Altre 6 persone risultano contuse: si tratta di quattro agenti poliziotti e di due vigili, uno dei quali ha riportato una frattura alla mano destra.

La donna denunciata La cinese che ha reagito alla contravvenzione causando il primo tafferuglio è stata denunciata per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale e maltrattamenti a minore. La polizia municipale sospetta che l'episodio sia stato premeditato. La piccola è stata portata all'ospedale per accertamenti e starebbe bene.

La Moratti: "No a zone franche in città" Gli scontri tra le forze dell'ordine e gli immigrati cinesi sono frutto di una "reazione ingiustificata" dei cittadini orientali alla semplice richiesta di rispetto delle regole, dice il sindaco Letizia Moratti. "Ci dispiace per quanto avvenuto perché vogliamo una politica all'insegna del rispetto delle regole, della solidarietà, e dell'accoglienza, ma coniugata alla sicurezza. Riteniamo che la polizia locale abbia svolto il proprio compito e manterremo la nostra posizione. Non faremo passi indietro perché non ci possono essere zone franche", ha aggiunto riferendosi alle recenti politiche di rafforzamento del controllo del territorio che ospita la comunità cinese. "Agli agenti ho portato la solidarietà mia e del Comune in ospedale. Uno di loro è ancora sotto shock, mi ha raccontato di essere stato preso a calci e pugni da oltre un centinaio di persone". "Stiamo percorrendo una strada non facile - ha detto la Moratti - e forse nuova: da un lato l'integrazione, dall'altra la sicurezza. Forse queste due strade unite insieme prima non erano state percorse. Stiamo cercando un equilibrio. La strada non è facile ma intendiamo compierla".

La ricostruzione di De Corato "Alle 9 del mattino - ha raccontato il vice sindaco Riccardo De Corato - in via Paolo Sarpi due vigilesse hanno fermato un cittadino cinese che sulla sua auto stava trasportando degli scatoloni per la merce, violando un articolo del codice della strada. Le due vigilesse dopo avergli contestato l'infrazione gli hanno ritirato la carta di circolazione scaduta". "Alle 12 - ha continuato - quindi tre ore dopo, una donna cinese si è presentata alle due vigilesse con una bimba di due anni e due persone, un uomo e una donna, probabilmente i nonni. La donna ha inveito contro le due vigilesse esigendo che venisse restituita la carta di circolazione. Forse per attirare l'attenzione di altri cinesi, ha iniziato a spingere la bambina verso le altre due persone che a loro volta la spingevano verso la donna". La cittadina cinese è quindi stata accompagnata in commissariato essendosi rifiutata di mostrare i documenti: "Nel corso dell'operazione - ha spiegato il vice sindaco - venivano aggredite le due agenti con un pugno al seno e la torsione di un dito e con un pugno al viso". "In attesa dei rinforzi si è formato un capannello che è andato man mano ingrandendosi, raggiungendo il centinaio di persone che circondavano le auto dei vigili impedendo loro di allontanarsi".
Secondo il racconto dei vigili, un cinese è salito sul tetto di un'autoradio e ha rotto il parabrezza mentre un altro ha cercato di bloccare un'altra auto. Dopo aver provveduto ad isolare la zona, alle 13.50 la centrale operativa ha chiesto l'intervento della polizia: "Mentre la polizia si recava sul posto, un'auto in sosta veniva ribaltata. Ci sono due auto dei vigili completamente sfasciate".

Critiche dell'Unione "Gli episodi di illegalità vanno repressi con rigore, ai vigili feriti va la nostra totale solidarietà, e azioni come quelle di oggi di alcuni cittadini cinesi non devono essere assolutamente tollerate", afferma il consigliere regionale dei Verdi Carlo Monguzzi. Ma per Monguzzi vanno isolate "le posizioni irresponsabili di quella parte della Cdl che affida ai cortei urlati la soluzione dei problemi e cercare invece di affrontare l'immigrazione con tutta la sua complessità e drammaticità. La politica di odio e di intolleranza produce in chi la subisce effetti uguali e contrari".
Il Gruppo dell'Ulivo "nell'esprimere solidarietà ai vigili e alle forze dell'ordine, sottolinea che la rivolta dei cinesi è il tragico fallimento della gestione delle problematiche del quartiere fatta in questi anni. Il Comune ha rimandato la soluzione più sensata e più radicale: la scelta di spostare il commercio all'ingrosso". "Si sono lasciate proliferare per anni attività di grossisti incompatibili con il quartiere, in alcuni casi in presenza di un sottobosco di illegalità. Oggi ripristinare le regole richiede insieme fermezza e dialogo con quella parte della comunità cinese che non vuole che la zona sia trasformata in un luogo di sciagure".

Calderoli: avanti così e comanderanno loro "Nel quartiere cinese di Milano abbiamo assistito alla prima vera rivolta da parte di extracomunitari". È la lettura del vicepresidente del Senato Roberto Calderoli degli scontri. Per Calderoli, "se si va avanti così tra poco a casa nostra comanderanno loro e si faranno le leggi che vogliono. E qualcuno pensa pure di dargli il voto. Non solo, il governo di centrosinistra pensa di modificare ulteriormente la legge sull'immigrazione Bossi-Fini, dopo averla già aggirata e sventrata in ogni modo, per farne entrare ancora di più di immigrati sul nostro territorio".

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Prendere infatti le difese degli immigrati cinesi che hanno aggredito e ferito vigili urbani dando come giustificazione una presunta politica repressiva del sindaco Moratti significa non aver capito nulla di quello che è successo e stare dalla parte dei violenti contro la legalità", afferma l'ex ministro ed esponente di An, Gianni Alemanno.

 

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