Aveva finto lo stupro Arrestata in Inghilterra

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Elena Gaiardoni

Mai sedotta, mai abbandonata. Anzi: seduttrice e scaltra nell'abbandonare il paese una volta che stava per essere intrappolata nelle maglie della giustizia. Alla fine cade ingenuamente vittima della sua furbizia, la pregiudicata Luisa Vastola, per la quale è stata galeotta una foto su Facebook. La donna era fuggita cinque anni fa dall'Italia dove stava per diventare una galeotta, dopo essere stata condannata dalla corte d'appello a cinque anni di reclusione per calunnia contro il suo datore di lavoro, appropriazione indebita e danneggiamento di materiale informatico. Latitante, si era nascosta in un paesino del Regno Unito, insieme al figlio di 21 e alla figlia di 19, ma non contenta ha continuato a tessere una serie di truffe in rete, fingendo di vendere via internet cellulari e lettori Mp3, che poi non arrivavano mai al destinatario.

Il nucleo investigativo di Milano con la polizia inglese dell'Oxfordshire ha messo le manette ai polsi della torinese, arrestata nella cittadina di Bicester il 14 gennaio scorso, in attesa dell'estradizione che la riporterà in Italia, dopo un'esistenza di raggiri, furti e espedienti vari. A partire da nove anni fa, quando la signora lavorava per l'azienda Nilit Plastics di Como, essendo residente a Moltrasio, paesino del comasco. Tra il 2008 e il 2009 Luisa Vastola aveva sottratto all'azienda la cifra di 20 mila euro, rubandoli a colpi di piccole somme.

Non solo. Per depistare i sospetti su di lei un giorno si presentò in ospedale con gli abiti strappati e ferite sul petto, dicendo che il suo datore di lavoro aveva cercato di violentarla, colpendola con delle forbici e strappandole i vestiti. Per l'uomo scattò una persecuzione mediatica, finché le indagini non diedero ragione alle prime valutazioni dei medici, alquanto insospettiti dal fatto che le ferite non fossero sufficientemente profonde per essere state causate da un uomo spinto dall'intenzione di violentare. Il processo durò tre anni, dal 2009 al 2012, finché non si riuscì a stabilire la verità: la donna si era inventata tutto, ma non scontò nulla, fuggendo repentinamente oltre la Manica.

I

carabinieri di Milano non hanno mai smesso di cercarla. Qualche giorno fa Luisa Vastola è stata incastrata da una foto postata su Facebook dal figlio che lavora in un pub e da un'automobile presa a nolo con il suo vero nome.

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