Prosegue senza sosta il ricco calendario della Milanesiana 2014, la rassegna di Elisabetta Sgarbi che spegne quest'anno la quindicesima candelina all'insegna di «Fortuna e destino». L'appuntamento clou di oggi, ore 17.30, è l'inaugurazione, alla Pinacoteca di Brera, della mostra «Antonio López García, Caravaggio. Cena per due, pittura della realtà», nata da un'intuizione di Vittorio Sgarbi, che ha definito il pittore e scultore spagnolo, classe 1936, «il più grande artista vivente». La mostra, curata dallo stesso Sgarbi e da Manuela Piccarreta, con allestimento di Luca Volpatti, mette l'una di fronte all'altra, nelle sale XXIX e XXX dedicate ai caravaggeschi e ai cinque-seicenteschi lombardi, «La Cena» di López García (1971-'80) e la «Cena in Emmaus», di Caravaggio (quella del 1606). Opere distanti nel tempo, vicine nello spirito: «Un dialogo naturale, non forzato», dice López García. «Comune denominatore è il cammino della vita». Matita, olio e collage, La Cena di García rappresenta la moglie, la pittrice Maria Moreno, e la figlia minore Carmen intorno a un tavolo in una stanza semplice, con una luce mattutina, cruda. La stessa luce che ossessionava Caravaggio. «Ma la loro condizione è opposta a quella dei pellegrini di Caravaggio -dice Sgarbi-. Le due donne non aspettano, semplicemente vivono. Spicca l'assenza di Dio». Artista che insegue il tempo eppure riesce a starne fuori, López García è persuaso di vivere un'epoca di crepuscolo, abbandonata dagli dei, in cui solo la quotidianità, una semplice cena, può restituire grandezza all'uomo. E se è vero, come sostiene García, che «un'opera non si finisce mai. A partire dagli anni Sessanta non so più quando finisco un quadro». Talento precocissimo, López García fu scoperto molto giovane da Giovanni Testori, che lo portò a Torino alla Galleria Galatea, e la cosa non stupisce, visto che già nell'adolescenza era lo studente più osannato dell'accademia di San Fernando e divenne ben presto punto di riferimento dell'escuela madrileña. Tra i suoi grandi estimatori ci fu il critico Robert Hughes, che dalle colonne del New York Times lo incoronò tra i maestri del realismo. All'inaugurazione saranno presenti il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini e il regista Ermanno Olmi, oltre a López García, Sgarbi e Sandrina Bandera, soprintendente della Pinacoteca di Brera. Intanto già alle 15, allo Spazio Oberdan, sarà proiettato il film- documentario «El sol del membrillo», che il regista Victor Erice ha dedicato nel 1992 alla vita del maestro.
Oltre all'evento di Brera, alla Milanesiana si parla anche di viaggio: alle 12, in Sala Buzzati della Fondazione Corriere della Sera, per la rassegna «Viaggio in Italia» è la volta del Piemonte, ospite Piero Chiambretti. In serata (ore 21), al Teatro Grassi si indaga sul rapporto tra identità e fortuna con la scrittrice Fleur Jaeggy, Ernesto Ferrero, Hanif Kureishi e un concerto del trio AfroCubano e Omar Sosa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.