Caso imam, i musulmani non mollano: «Ingerenze inaccettabili»

Rapporti sospesi con la comunità ebraica, e un intervento ospitato sul sito del Coordinamento dei centri islamici tiene alta la tensione: «Un'intromissione in questioni che riguardano solo i musulmani»

Pubblicamente la polemica è sopita, ma fra la Comunità ebraica di Milano e il coordinamento dei centri islamici la tensione resta alta. Lo si capisce dagli umori che covano dentro le «moschee». Lo si capisce, per esempio, da un intervento che il Caim, con il suo coordinatore Davide Piccardo, ha pubblicato ospitandolo sul suo sito e sul profilo dell'organismo (che riunisce le associazioni di musulmani milanesi). «Ad accendere la miccia della diatriba - si legge nello scritto firmato da Suhair El Qarra - è il portavoce della sinagoga Beth Shlomo, Davide Romano. L'esponente religioso ha clamorosamente attaccato l'organizzazione responsabile del coordinamento delle associazioni islamiche milanesi per aver invitato alla preghiera collettiva l'Imam Al-Bustanji». In effetti la presenza di Bustanji è stata al centro di critiche e prese di posizione, per alcune dichiarazioni che l'imam aveva rilasciato a una tv palestinese a proposito del «martirio religioso». Tutto questo sembra non interessare il Caim, che definisce l'esponente religioso «uno stimato sapiente musulmano conosciuto anche per le sue passate posizioni politiche a favore della resistenza del popolo palestinese e del suo inalienabile diritto all'autodeterminazione». «Le critiche rivolte al Caim - per chi firma l'intervento - sembrano un ovvio tentativo di ingerenza da parte di alcune realtà aderenti alla comunità ebraica milanese in questioni che dovrebbero riguardare esclusivamente la comunità musulmana locale e l'amministrazione comunale. Un'intromissione inaccettabile». Si ricorda che la posizione di Piccardo è «al quanto immediata» e si parla di «crociata contro l'Imam giordano-palestinese», citando le posizioni del presidente della comunità ebraica di Milano, Walker Meghnagi, che ha chiesto una presa di posizione di Palazzo Marino e poi ha deciso di interrompere i rapporti col Caim. Secondo «l'editoriale» pubblicato dal Caim «la presenza delle istituzioni in celebrazioni come quella di Aid el-Fitr, rientra nei diritti della comunità musulmana ed è condizione fondamentale per il processo di integrazione» e il reale contenuto del sermone che l'imam ha tenuto all'Arena è stato volutamente ignorato «poiché esso contraddice esplicitamente ogni presunta accusa diretta all'Imam».

L'intervento rivendica il lavoro fatto dal Caim sulla realtà milanese e sentenzia che «smettere di dialogare con una comunità religiosa o parte di essa solo per delle divergenze di politica internazionale è ridicolo e controproducente».

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