Il critico che si è fatto Pop: "Warhol è il mio Raffaello"

Il teorico della Transavanguardia curatore a Milano di una mostra dedicata all'artista Usa

Il critico che si è fatto Pop: "Warhol è il mio Raffaello"

Macché Andy, all'inaugurazione della mostra milanese di Warhol la vera icona è il critico d'arte Achille Bonito Oliva; qualcuno - per sfotterlo - si ostina a chiamarlo Achille «Bollito» Oliva: ma si sa che l'invidia è una brutta bestia. Intanto ABO, il suo acronimo di battaglia, sinonimo di Transavanguardia (la «creatura» di cui è stato padre-padrone), si è «tra(n)sformato» esso stesso in opera pop, calamitando l'interesse del pubblico quasi più affascinato dal «capolavoro» ABO che dalle 300 opere della rassegna «Andy Warhol. La pubblicità della forma», fino al 26 marzo alla Fabbrica del Vapore. Per ABO, curatore dell'esposizione, il genio della Factory è «il Raffaello della serialità consumistica di massa americana». E se lo dice lui, c'è da credergli. Forse.

ABO, forte dei suoi 82 anni e corazzato di indiscussa autorevolezza, prende in giro tutti. A cominciare da Edoardo Falcioni, fondamentale per allestire la rassegna warholiana, che ABO sfotte con ironia («Che cosa vuoi Edoardo? Tanto a te nessuno ti fa domande...»); strapazza simpaticamente un'assistente, «rea» di volergli mettere il microfono più vicino alla bocca («Ti odio!»); urla contro chi schiamazza in sala («Alloraaa. Fate un po' di silenziooo!»); si prende gioco dei giornalisti che restano muti («Scusate se ho detto cose troppo intelligenti»).

In contemporanea all'ABO-show, Giorgia Meloni viene nominata premier con la sua squadra di governo. Per il dicastero della Cultura i due papabili erano Gennaro Sangiuliano (che l'ha spuntata) e Giordano Bruno Guerri. Prendiamo il coraggio - e il microfono - a due mani, chiedendo al maestro («Non sono maestro, non ho fatto le Magistrali, ma il Liceo Classico») un parere illuminante. ABO sentenzia: «Giordano Bruno Guerri sarebbe un ottimo ministro della Cultura. Anche se...». Anche se? «Il vero problema di quel ministero è che non dispone di finanziamenti adeguati». Il ministero della Cultura, tradizionale roccaforte della sinistra, passa alla destra, è un segnale positivo? SuperABO si contorce sulla sedia e spara: «Tutto cambia. Abbiamo per la prima volta anche un presidente del Consiglio donna, che ha dimostrato di non essere una casalinga ed è stata brava a mettere a posto Berlusconi». C'è speranza per la cultura in Italia? Il sorriso sornione del professor Oliva («Non sono neanche professore») vale più di ogni risposta. Poi sparisce. Qualcuno giura di averlo poi avvistato nella sala delle Cariatidi a Palazzo Reale rapito dalla bellezza dei tre calchi storici delle Pietà di Michelangelo.

Un'emozione intensa cui tutti possono beneficiare col vantaggio dell'«ingresso gratuito», a differenza del ticket di 12 euro (che sale a 19 con il «tour guidato») previsto per la mostra di Warhol. Vuoi mettere una scultura di Buonarroti con una litografia di Warhol?

Il dibattito - se pur «bollito» - resta affascinante.

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