Via libera dal Pirellone alla legge contro il bullismo e il cyberbullismo, che stanzia 300 mila euro già nel 2017 per enti e associazioni atte a contrastare il fenomeno e istituisce la Consulta regionale sul bullismo presso la Giunta. Soddisfatto il presidente Roberto Maroni, che ha commentato: «Siamo sempre molto attenti alle questioni sociali e a quelle che riguardano la tutela e la protezione dei più deboli. Il cyberbullismo è una piaga che riguarda troppa gioventù. Spero che il Parlamento senta il nostro grido d'allarme e si affretti a fare una norma nazionale».
Non ha partecipato al voto il gruppo M5S in dissenso sull'iter dei lavori che hanno portato alla votazione. Con il provvedimento vengono presi in considerazione diversi aspetti del fenomeno che intacca giovani e anche non più giovani quali il bullismo telematico, realizzazione e diffusione online di video e immagini, molestie all'interno di chat-room, blog o forum, web-reputation, bullismo a sfondo sessuale. Il testo è arrivato in aula senza norma finanziaria, poi inserita con un emendamento a firma dei relatori: Jari Colla della Lega e Fabio Pizzul del Pd.
Secondo i dati ricordati anche durante la discussione del progetto di legge, frutto di uno studio condotto da «Semi di melo» in collaborazione con l'Università Bicocca, in Lombardia sarebbero 71 mila i ragazzi d'età compresa tra i 15 e i 24 anni ad aver avuto esperienza diretta di episodi di cyberbullismo, mentre oltre 230 mila conoscono amici che hanno avuto questi problemi. Il 20,5% degli intervistati nell'indagine dichiara di non trovare alcuna differenza nelle relazioni via web o personali; il 42% dei minorenni e il 43% dei maggiorenni hanno incontrato dal vivo persone conosciute online, il 18% è incappato nella diffusione di proprie immagini imbarazzanti e il 45% conosce coppie di coetanei che si scambiano immagini provocanti.
La legge è composta da 7 articoli. La Consulta avrà lo scopo di raccogliere informazioni e iniziative per giungere sia a una rete di sostegno agli adolescenti più fragili, sia di contenimento di coloro che mettono in atto comportamenti che possano configurarsi come prevaricatori e violenti nei confronti dei coetanei.
Secondo il meccanismo previsto, la giunta regionale trasmetterà poi al consiglio annualmente una relazione con i risultati conseguiti nel prevenire e contrastare il fenomeno. Ai finanziamenti potranno accedere comuni, istituzioni scolastiche, l'ufficio scolastico regionale, l'Asst.eg
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