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L'uomo che faceva ballare i volatili

Francesca Todde racconta Tristan: gli scatti esposti in via Friuli

L'uomo che faceva ballare i volatili

Esiste un mistero, ancora illeggibile, e sta ogni giorno davanti ai nostri occhi. È il rapporto che gli esseri umani hanno con gli animali. E viceversa. Una fotografa ed editrice italiana, Francesca Todde, ha focalizzato gran parte del suo lavoro su queste relazioni e su temi culturali legati alla natura. Racconta microstorie di interazioni privilegiate tra due mondi, soffermandosi a esplorare i momenti di reciproco scambio fino a quando la sua visione artistica non riesce a rimandare esattamente quei dialoghi.

Una sua personale è allestita da Officine Fotografiche Milano, via Friuli 58-60, fino al 7 febbraio con ingresso gratuito. Si intitola «A Sensitive Education», raccoglie una serie di immagini leggere e poetiche di un uomo che è riuscito a penetrare oltre l'ambito del visibile. Lui si chiama Tristan, è un educatore di uccelli: li prepara per lavorare con gli esseri umani in spettacoli teatrali, di danza o documentari cinematografici e sviluppa sessioni di «ornitoterapia» con detenuti e persone in difficoltà.

Quando era bambino, nella foresta dietro casa dei genitori, Tristan si accorse che, se rimaneva immobile per molto tempo, gli animali uscivano dalla vegetazione. Questa pratica di avvicinamento lento nel rispetto dei ritmi dell'altro, resta anche oggi alla base del metodo educativo di Tristan.

La sua tecnica è basata sulla comprensione della sensibilità degli uccelli, più ampia della nostra ed estesa in aree che noi abbiamo in parte dimenticato nel corso dell'evoluzione. La posizione del corpo, l'intensità dello sguardo, o anche solo le intenzioni che ci animano, hanno per gli uccelli una grande importanza percettiva. Seguendo i suoi gesti e questa serie di immagini, possiamo entrare nel loro mondo fatto di eventi minuscoli, sottili e incorporei. «È come vivere un'altra realtà - ci confessa Francesca Todde - Un luogo dove anche io sono attenta a cose infinitesimali, al movimento di una piuma. I dettagli educano a notare cose piccole e molto leggere. Lui stesso mi ha detto che è proprio questa la differenza tra uomini e animali: l'attenzione a fatti minimi, segnali che noi umani avvertiamo deboli e per loro sono fondamentali. Vale per tutti gli animali, anche per un grande felino come una tigre, basta uno sguardo o lo spostamento della coda, per mandare un messaggio».

«Tristan ha studiato all'università Scienze della Terra - prosegue l'autrice - inizialmente faceva il falconiere, ma non gli piaceva il rapporto di sopraffazione verso i rapaci, così per dieci anni ha insegnato a uccelli e persone a stare insieme. Viveva di questo lavoro fino al 2015. Poi, con gli attentati a Parigi e il crollo del turismo, tutto è cambiato. Oggi è quello che in Francia si chiama lavoratore intermittente: chi opera nello spettacolo è supportato con aiuti statali nei periodi di inattività».

Il progetto è diventato un libro, realizzato in collaborazione con Luca Reffo, compagno di Francesca e co-fondatore della loro casa editrice indipendente Départ Pour L'Image. In occasione della mostra hanno curato una sala dedicata ai libri, contiene l'Archivio Collettivo_Indagine sulla relazione uomo-animale (Info:www.officinefotografiche.org; www.departpourlimage.com).

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