Proteste di Wu: "Meglio se il sindaco non l'avesse incontrato proprio"

La comunità cinese di Milano: "Non è giusto che il Dalai Lama, senza far nulla, abbia la cittadinanza onoraria, e tanti cinesi che vivono e lavorano qui da anni non possono essere cittadini normali"

Proteste di Wu: "Meglio se il sindaco non l'avesse incontrato proprio"

«Non è giusto che il Dalai Lama, senza far nulla, abbia la cittadinanza onoraria, e tanti cinesi che vivono e lavorano qui da anni non possono essere cittadini normali». Passa anche da questa mancanza di riconoscimento che diventa fastidio per chi riceve tappeti rossi, il no di una comunità mobilitata contro il Dalai Lama. Lo è stata ancora ieri, sia pur con una protesta defilata dal Teatro Arcimboldi.

Francesco Wu, presidente dell'Unic, l'Unione imprenditori Italia Cina, è un irriducibile. Lo si trova anche qui a guidare la pacifica manifestazione di striscioni e slogan rossi che inneggiano all'unità secolare tra Tibet e Cina: «Noi rispettiamo il consiglio comunale ma abbiamo il diritto di dissentire perché questa decisione presta il fianco a strumentalizzazioni politiche» dice pacato Wu. Nonostante tutto, i rapporti con Palazzo Marino sembrano buoni: «Ringraziamo Sala per i toni ponderati e concilianti. I nostri rapporti con il Comune sono sempre ottimi». Avete apprezzato che abbia voluto incontrare il Dalai Lama solo in aeroporto? «Qualcuno avrebbe preferito che non lo incontrasse proprio, ma sappiamo dal nostro punto di vista che ci sono diverse sensibilità».

Quanto al Dalai Lama, ha minimizzato la portata delle proteste, anche se si è detto convinto che non sempre siano spontanee: «Alcune sono addirittura organizzate apposta dalle ambasciate cinesi per creare questo tipo di problematiche».

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