Clandestini occupano l'ex scuola. Sardone: "È un buco nero dove dormono"

Africani e pakistani con bimbi in condizioni igieniche pessime

Clandestini occupano l'ex scuola. Sardone: "È un buco nero dove dormono"

L'ex scuola di via De Stael occupata dal centro sociale "Noi ci siamo" ospita 130 stranieri con famiglie e figli. È nell'elenco dei luoghi grigi della città, quegli stabili occupati abusivamente su cui campano le frange estreme della sinistra milanese. Silvia Sardone, consigliere regionale del gruppo Misto e candidata alle europee con la Lega, è tornata in via De Staël per denunciare la situazione vissuta dall'edificio da almeno un anno. Centotrenta persone per 36 famiglie, a sentire quello che si è presentato come il portinaio, con un'altra dozzina di persone in arrivo. «Siamo immigrati evoluti, autogestiti» ha spiegato il «portinaio». Almeno uno sarebbe anche ai domiciliari, un fatto singolare ma che può capitare visto che i domiciliari vengono dati anche sulle panchine. Sicuramente, come altri luoghi grigi, via De Staël è una calamita per i clandestini e per chi vuole vivere fuori dai radar. Uno di quei luoghi in cui «stare nascosti» come ha spiegato il «portinaio» per giustificare la propria presenza nell'ex scuola. «La situazione della palazzina occupata di via De Staël è a dir poco scandalosa e grottesca. Ho svolto un sopralluogo nell'edificio e ho scoperto l'esistenza di un vero e proprio albergo illegale per clandestini, in prevalenza marocchini e pakistani, con diversi bambini piccoli al seguito e cani di grossa taglia: ognuno ha la propria camera con tanto di numero e nome scritto in arabo. ha dichiarato Sardone - È assurdo che in una città come Milano esista un buco nero del genere, dove parecchi clandestini possono liberamente fare il bello e il cattivo tempo in spregio a ogni regola e soprattutto senza che il Comune alzi un dito. Ho parlato con alcuni residenti di via De Stael e sono molto preoccupati, come giusto che sia, per la situazione di illegalità che si trovano sotto casa». «Le condizioni igienico-sanitarie dello stabile continua la consigliera regionale sono pessime ed è inconcepibile che dei bambini possano crescere in un contesto simile: mi auguro che il Comune, perlomeno, invii degli assistenti sociali per verificare la situazione». La regia di questa occupazione, come di altre, sarebbe del collettivo «Noi ci siamo»: «Ricordo a Sala e compagni, che lo stesso collettivo che ha ideato l'occupazione di via De Staël ha preso con la forza anche gli ex bagni pubblici comunali di via Esterle e una fabbrica dismessa in via Iglesias dopo lo sgombero del caseggiato Mm di via Palmanova 59: con la scusa dell'autogestione e dell'accoglienza i centri sociali si prendono pezzi di città sottraendoli alla comunità per darli ai clandestini. È questo il tanto decantato modello Milano in tema di immigrazione?».

L'edificio di via De Staël è da tempo sotto l'occhio della politica: già Andrea Pellegrini, ex assessore alla sicurezza del Municipio 9 in quota Lega, così come Enrico Turato e Marco Osnato di

Fratelli d'Italia avevano espresso ferme condanne per le condizioni dell'immobile. Ma per ora tutto tace. E, nella via dedicata a una delle donne più importanti della storia letteraria europea, continua ad avanzare il degrado.

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