Guerra in Ucraina

Spese fuori controllo: quanti soldi dà l'Europa al giorno a Mosca

Nel tentativo di congelare il motore economico russo con blocchi e sanzioni l'Europa sta in realtà provocando effetti contrari finanziando Mosca come mai aveva fatto fino ad ora

Spese fuori controllo: quanti soldi dà l'Europa al giorno a Mosca

Se l'Ucraina è travolta da una pioggia di bombe, l'Europa deve fare i conti con un vero e proprio terremoto. Non solo in termini di approvvigionamento energetico delle materie prime, nel nostro caso gas e petrolio, ma anche per quanto riguarda il lato strettamente politico.

Il filo rosso che lega Europa e Russia

La situazione, come ha sottolineato Il Corriere della Sera, è alquanto particolare. Il continente europeo, Italia compresa, sta condannando l'invasione della Russia contro Kiev ma, al tempo stesso, si trova nella scomoda posizione di co-finanziare l'operazione militare di Mosca. In che modo? Pagando al Cremlino ingenti quantità di denari per ottenere forniture di gas, carbone e petrolio. I prezzi, tra l'altro, sono schizzati alle stelle. In più, come se non bastasse la beffa appena descritta, bisogna evidenziare che il pagamento avviene in moneta forte, e cioè al riparo dalle sanzioni imposte dalla stessa Europa.

Basta dare un'occhiata ai prezzi. Quello del gas europeo, sul mercato di Amsterdam, è aumentato di oltre il 40%; il carbone è rincarato del 33%; il petrolio, infine, del 6%. Il colpo di grazia di questo salasso generale può essere individuato nell'ultimo pacchetto di sanzioni inflitte alla Russia. Anche se le materie prime fossili sono rimaste al riparo dalla risposta europea, gli esperti fanno notare che gli intermediari, temendo possibili nuovi divieti, non intendono più trattare gas o petrolio russi. Numeri alla mano la Russia, da sola, vale circa il 40% delle importazioni di metano in Europa, nonché un decimo delle esportazioni mondiali di greggio. I dubbi futuri, dunque, rendono i prezzi altamente sensibili.

Effetto boomerang

C'è però un aspetto ben preciso che vale la pena analizzare. E cioè che, nel tentativo di congelare il motore economico russo con blocchi e sanzioni, l'Europa sta in realtà provocando effetti contrari, finanziando Mosca come mai aveva fatto fino ad ora. Secondo i dati della Bp Statistical Review of World Energy, che ha fatto una proiezione dei dati sul 2022, nel corso di quest'anno il continente europeo andrebbe a versare alla Russia più o meno 260 miliardi di euro. Il tutto per acquistare la stessa quantità di risorse – gas, petrolio e carbone – importati nel 2020. Calcolatrice alla mano, stiamo parlando di un quinto del pil russo.

Il punto è che il governo russo, lo stesso che dovrebbe subire il contraccolpo delle sanzioni europee, può tranquillamente fruire di questa valuta pregiata. L'Europa ha inoltre scelto – per il momento – di tenere al riparo dalle sanzioni Gazprombank e Sberbank, due tra le più importanti banche russe, entrambe controllate dal governo. Insomma, il blocco economico di Bruxelles dovrebbe avere un impatto di circa 185 miliardi di euro. Una somma importante, certo, ma che rischia di essere controbilanciata dalle entrate russe derivanti da gas e petrolio.

Vale la pena, infine, riflettere su un'altra stima. Considerando i prezzi di queste ultime ore, l'Europa versa nelle casse della Russia qualcosa come 800 milioni di euro al giorno, 80 dei quali provenienti dall'Italia. In altre parole, è pressoché impossibile che il continente europeo rinunci a tutte le risorse energetiche importate da Mosca.

Potrebbe farlo, ma soltanto al prezzo di sprofondare in una terribile recessione.

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