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Sinai, un hotel attaccato dai jihadisti Due giudici tra le vittime

Attentatori suicidi legati all'Isis hanno preso di mira un albergo dove si trovavano i giudici che monitorano le elezioni

I resti dell'autobomba fatta esplodere ad el-Arish
I resti dell'autobomba fatta esplodere ad el-Arish

Sono almeno sei le vittime di un attacco da parte degli uomini del sedicente Stato islamico, quattordici i feriti, rimasti coinvolti in un attacco dei jihadisti nel Sinai nella città di el-Arish, vicino al confine tra l'Egitto e la Striscia di Gaza.

Nel mirino dei miliziani c'era lo Swiss Inn Resort, un hotel in cui in questi giorni si trovano i giudici che stanno monitorando lo svoglimento della seconda fase delle elezioni parlamentari egiziane. Fonti della sicurezza sostengono che un attentatore suicida abbia guidato un'autobomba verso l'hotel e sia stato fermato dal fuoco dei militari, che ha fatto saltare il veicolo su cui viaggiava.

Nell'esplosione, dice il portavoce delle Forze armate in una dichiarazione pubblicata su facebook, sono morti tre poliziotti e due giudici, oltre all'attentatore. Un uomo che indossava una cintura esplosiva è riuscito a entrare nell'hotel nel caos provocato dallo scontro a fuoco e dall'esplosione e ha raggiunto le stanze, dove ha sparato contro i giudici e si sarebbe poi fatto esplodere.

Le notizie che arrivano dal Sinai - chiarisce il quotidiano egiziano Mada Masr - sono comunque ancora piuttosto confuse. Un comunicato pubblicato del sedicente Stato islamico identifica i due attentatori come Abu Hamza al-Muhajir e Abu Wadda' al-Muhajir.

Non è la prima che i jihadisti del Sinai prendono di mira la magistratura. A maggio di quest'anno, ricorda il quotidiano Al Masry al Youm tre giudici erano stati uccisi, ancora ad El-Arish. A maggio Abu Osama al-Masry, leader della fazione islamista, aveva invitato a colpire i magistrati, accusandoli di connivenza con il regime militare.

La situazione nel Sinai

La zona settentrionale della penisola vive in stato d'emergenza dall'ottobre 2014, quando in un attacco rimasero uccisi decine di soldati. Un mese fa le autorità hanno prolungato di tre mesi le misure straordinarie, pensate per contrastare una minaccia terroristica che si è lasciata alle spalle una lunga scia di morti, soprattutto nel triangolo composto dalle città di Rafah, el-Arish e Sheikh Zayed.

L'attacco di oggi è solo l'ultimo in una lunga serie di colpi messi a segno dai jihadisti, che a novembre 2014 hanno abbandonato il loro vecchio nome, Ansar Bayt al-Maqdis (I partigiani di Gerusalemme) e ora sono conosciuti come la Provincia del Sinai del sedicente Stato islamico, impegnati in una lunga battaglia contro l'esercito.

Il 31 ottobre i miliziani del Sinai hanno rivendicato anche l'attentato che ha fatto precipitare un Airbus della Metrojet, in cui sono rimaste uccise 224 persone. Nell'ultimo numero della rivista di propaganda del sedicente Stato islamico la foto di quello che, dicono i jihadisti, è l'ordigno fatto esplodere a bordo.

Le indagini su quanto è successo sono ancora in corso e i primi risultati delle

indagini egiziane dovrebbero arrivare a dicembre, ma quasi tutti concordano che l'aereo non sia precipitato per un incidente. Anche la Russia, fino a pochi giorni fa piuttosto restia a parlare di un attentato, si è ormai allineata su questa ipotesi, che il Cairo rifiuta.

@ACortellari

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