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Il giornalista anti-Putin: "Ho finto la morte col sangue di maiale"

Babchenko respinge le critiche: "Mio obiettivo vivere e proteggere la mia famiglia"

Il giornalista anti-Putin: "Ho finto la morte col sangue di maiale"

Prima l'annuncio dell'uccisione di fronte a casa, con tre colpi piazzati nella schiena daun sicario. Poi il colpo di scena e la "risurrezione" in conferenza stampa. E a seguire una serie di critiche da parte di chi ad Arkadi Babchenko, giornalista russo e forte critico di Vladimir Putin, rinfaccia di avere sminuito la sua professione prestandosi a un'operazione dei servizi segreti.

Babchenko non è morto e le autorità dicono di avere finto la sua morte per far uscire allo scoperto chi voleva davvero ucciderlo: un cittadino ucraino - dicono - che sarebbe stato contattato dai russi per assoldare un sicario. Ora è lo stesso giornalista a parlare, rispondendo alle numerose critiche relativa alla sua integrità professionale emerse dopo i fatti di ieri.

"Il mio obiettivo era restare vivo e accertarmi che la mia famiglia fosse al sicuro", ha detto Babchenko, rispondendo alla Federazione internazionale dei giornalisti, secondo cui l'operazione organizzata dagli 007 e a cui ha partecipato "mina la credibilità della professione in tutto il mondo".

"Salvarmi è la prima cosa a cui ho pensato", ha messo in chiaro Babchenko, per cui gli standard del giornalismo "sono l'ultimo dei problemi in questo momento".

Per fingere la sua morte ha usato sangue di maiale e un artista del trucco, ha spiegato Babchenko, poi

portato all'obitorio di un ospedale, da dove ha guardato le notizie sulla sua morte che cominciavano a diffondersi online e si è tolto la maglietta con i fori di proiettile che gli era stata data per fingere la sua morte.

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