Caso marò, ora la Mogherini alza la "vocina" con l'India

"Troppi rinvii, sono in gioco le relazioni tra l'Ue e l'India". Ma sull'arbitrato mente e non ammette le proprie colpe

Caso marò, ora la Mogherini alza la "vocina" con l'India

Finalmente Federica Mogherini batte un colpo. Finalmente si espone pubblicamente da Alto rappresentante per la Politica estera dell'Unione europea. Mentre da Nuova Delhi è arrivato l'ennesimo schiaffo all'Italia, l'ex ministro degli Esteri si degna di occuparsi del caso marò. Lo fa rilasciando un'intervista a Repubblica che, se letta attenatmente, lascia l'amaro in bocca. Non solo perché la Mogherini alza appena la "vocina" senza spaventare minimamente il governo indiano, ma anche perché nel difendere il proprio operato di quand'era alla guida della Farnesina non fa altro che raccontare una caterva di bugie, peraltro già smentite.

"Il continuo rinvio di una soluzione alla questione dei due marò italiani può anche incidere sulle relazioni Ue-India e sulla lotta globale contro la pirateria in cui l’Ue è fortemente impegnata". Nell'intervista a Repubblica, la Mogherini avverte così Nuova Delhi sulle possibili conseguenze dello stallo. Un avvertimento che non spaventa nessuno. Non sortirà alcun effetto. Rientrerà, piuttosto, nel lungo elenco di ministri, premier e sottosegretari che dal governo Monti in poi hanno promesso di impegnarsi per riportare in Italia Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. "Le aspettative finora sono andate deluse - ammette - ma aspettiamo di vedere se vi sono margini perché questa situazione è dolorosissima per i due marò, le loro famiglie e l'Italia". Viene da chiedersi cosa abbia fatto la Mogherini quando era alla Farnesina e cosa stia facendo da quando siede all'Unione europea. Non può certo tirarsi fuori.

Per quanto riguarda il lavoro svolto al ministero degli Esteri, la Mogherini è subito pronta ad auto assolversi. "Come ho sempre detto in parlamento, ho usato i mesi da ministro degli Esteri per completare le procedure preliminari all'arbitrato, che hanno richiesto più tempo e lavoro del previsto - assicura - oggi, nella mia nuova posizione, continuo a seguire da vicino questa vicenda che mi sta molto a cuore, in contatto con il governo italiano". Peccato che non sia vero. Il 24 aprile aveva sì annunciato l'apertura di una "procedura internazionale" con l'invio di una nota verbale all'India, ma si è trattato soltanto del primo passo che, seza esiti concreti, potrebbe sfociare nell'arbitrato intrenazionale. Questo, però, non è mai stato attivato. Il 27 maggio era stato, infatti, assoldato per l’ex capo del servizio giuridico del Foreign office, il baronetto britannico Daniel Bethlehem. Fino ad oggi non ha fatto praticamente nulla.

Eppure, come spiegava al Giornale Angela Del Vecchio, docente di diritto internazionale alla Luiss di Roma, "l’arbitrato potrebbe essere attivato". "Il ricorso era stato preparato dalla commissione che si occupò dei marò all'inizio della vicenda - spiegava la giurista - bisogna solo presentare la richiesta al Tribunale internazionale del mare".

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