Clima e Covid, la gola profonda Haugen accusa di nuovo Facebook

La fondazione Whistleblower Aid accoglie le nuove denunce di Frances Haugen nei confronti dell'operato di Facebook su temi scottanti e rilevanti per gli investitori, come il clima e le conseguenze del Covid

Clima e Covid, la gola profonda Haugen accusa di nuovo Facebook

Non sono tempi facili per Mark Zuckerberg, nonostante l'intersse che circonda i progetti del metaverso. La piattaforma di realtà virtuale su cui l'imprenditore punta per il futuro dei suoi progetti cade in secondo piano, a seguito delle nuove denunce mosse dalla gola profonda Frances Haugen. L'ex dipendente di quella che oggi è Meta, aveva già in passato criticato le strategie del gruppo, per la donna orientate più al raggiungimento dei risultati che al benessere dei lavoratori. Dopo aver testimoniato dinanzi al Senato americano e alla corte di Bruxelles, Haugen alza nuovamente il tiro, questa volta parlando di ambiente e clima. Sono due le denunce accolte dalla fondazione Whistleblower Aid che supporta il "whistleblower", presentate alla Security and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti.

La prima sostiene la presenza di disinformazione nell'hub che Facebook dedicata ai cambiamenti climatici, il Climate Science Information Center. Qui, secondo la Haugen, sarebbero stati pubblicati documenti su cosa il social network sta facendo a sostegno dell'ambiente, molte bugie non corroborate dai fatti. Testimonianza dei dipendenti, rimasti anonimi, farebbero propendere per una serie di falsità legate alle attività pro-clima sulla piattaforma oltre che alla mancanza di reattività nel censurare le fake news a tema ambientale, sia dai tenori troppo catastrofici che eccessivamente roseii sull'andamento del contrasto al cambiamento. Il motivo di tale poca trasparenza? Il non voler allarme gli investitori di Facebook, anzi mostrare la bontà del lavoro svolto con i fondi in possesso.

Come sottolineato dal Washington Post, che ha ottenuto e pubblicato le denunce, la seconda poggia sulla promessa di Facebook di combattere la disinformazione sul Covid-19.

Per il Post, un documento interno mostra un aumento del 20% della disinformazione sul tema nell'aprile del 2020, nonché la presenza di centinaia di gruppi anti-quarantena sul social, mai rimossi. Lo scorso luglio, il presidente Joe Biden aveva accusato Facebook e altre aziende di "uccidere le persone" con la viralità con cui viaggiano le bufale via social sia sul Covid che sui danni dei vaccini.

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