Isis, svelata l'identità dell'ultimo "beatles"

Si tratta di El Shafee Elsheikh, 27 anni, studente di ingegneria meccanica presso l’Acton College prima di essere radicalizzato nelle moschee ad ovest di Londra

Isis, svelata l'identità dell'ultimo "beatles"

Un ex meccanico della zona fieristica ad ovest di Londra è stato identificato come il quarto membro della banda di inglesi al soldo dello Stato islamico guidati da John il boia. I carcerieri, battezzati dai prigionieri come i “Beatles” a causa del loro spiccato accento britannico, rispondevano al londinese Mohammed Emwazi, definito come il più brutale dei quattro. L’identità del quarto componente della cellula terroristica è stato diramata poche ore fa dall’intelligence britannica.

Si tratta di El Shafee Elsheikh, 27 anni, studente di ingegneria meccanica presso l’Acton College prima di essere radicalizzato nelle moschee ad ovest di Londra. Elsheikh è stato descritto come un ragazzo tranquillo e rispettoso, ma avrebbe avuto alcuni contrasti familiari a seguito della sua radicalizzazione. Secondo la madre del giovane, El Shafee Elsheikh si sarebbe convertito in soli 17 giorni. Raggiunge la Siria nel 2012 con il fratello minore, Mahmoud, rimasto ucciso lo scorso anno in Iraq in uno scontro a fuoco con le forze lealiste. E’ attualmente ritenuto operativo nei pressi di Raqqa. Si sarebbe sposato: avrebbe due mogli e due bambini. I quattro sono ritenuti responsabili dell’uccisione di 27 ostaggi e di centinaia di torture perpetrate all’interno delle carceri del califfato. Secondo le testimonianze, si dice amassero particolarmente trattare i prigionieri con le scosse elettriche. Gli altri due "beatles" identificati sono i londinesi Aine Davis e Alexanda Kotey.

Kotey, di origine ghanesi, si è convertito all'Islam a venti anni, dopo essersi innamorato di una donna musulmana. La coppia, prima di separarsi, ebbe anche due figli. Le informazioni su Kotey restano comunque scarse, così come l’incontro con il londinese Mohammed Emwazi. L’unica cosa certa è che entrambi frequentavano la stessa moschea di Notting Hill, a Londra. Kotey è noto anche per aver fatto parte di un convoglio di aiuti umanitari a Gaza, organizzata nel 2009, dal controverso politico britannico George Galloway. Nove volontari del convoglio, 24 prima della partenza, vennero arrestati per presunti reati di terrorismo. Saranno tutti rilasciati per insufficienza di prove.

Aine Lesley Davis è stato arrestato dalla polizia turca lo scorso novembre, prima di una serie di attacchi coordinati dello Stato islamico che hanno ucciso 130 persone. Anche Davis, così come Emwazi e Kotey, ha frequentato la moschea di Notting Hill.

Il boia, infine, chiamato John Lennon dai prigionieri. Emwazi era dedito spiegare agli altri militanti la procedura per una corretta decapitazione. Era il più alto, il più calmo ma anche il più determinato, senza il minimo scrupolo. Una sorta di tutor per i neo-terroristi. Mohammed Emwazi è nato il 17 agosto del 1988 in Kuwait. Si trasferisce nella zona ovest di Londra nel 1994 dove cresce con un fratello e due sorelle. Di famiglia benestante di origini irachene, frequenta prima la “St Mary Magdalene Church of England” e successivamente la Quintin Kynaston School prima di laurearsi presso l'Università di Westminster nel 2009, con una tesi in programmazione informatica. Emwazi fu arrestato una prima volta nel 2009, in Tanzania, dove si sarebbe recato per un safari dopo la laurea con due amici (un tedesco convertito all'Islam di nome Omar e un altro uomo, Abu Talib). In realtà, le autorità inglesi sospettavano già una sua affiliazione verso i gruppi terroristici attivi in Somalia. Atterrati presso l’aeroporto di Dar es Salaam, in Tanzania, nell’agosto del 2009, furono arrestati dalla polizia e trattenuti una notte prima di essere espulsi. Il due settembre del 2009, Emwazi si trasferisce in Kuwait, sua città natale, dove inizia a lavorare per una società di computer. Ritorna a Londra, per otto giorni, nel giugno del 2010 per alcuni giorni di vacanza. Ritornerà una seconda e ultima volta nel luglio dello stesso anno. Riesce a fuggire in Siria, sotto il nome di Mohammed al-Ayan.

Emwazi è stato eliminato il 12 novembre scorso, nei pressi del tribunale islamico della città di Raqqa, capitale dello Stato islamico, durante una missione di sorveglianza armata UAV. Il mezzo di Mohammed Emwazi è stato colpito da due missili anticarro. I quattro all’interno dell'auto, tra cui il boia, non hanno avuto scampo.

Il colonnello Steve Warren, portavoce della coalizione anti-Isis, ha per la prima volta rivelato alcuni dettagli sulla morte del boia: “si, ho visto il video.

Un attimo prima John parlava al cellulare. Gli abbiamo lanciato due missili ed un attimo dopo era solo una macchia di grasso sul terreno. Il classico esempio di un signor nessuno divenuto una celebrità tra i terroristi”.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica