Nigeria, l'assalto armato nella scuola cattolica: rapiti tre seminaristi

Tre studenti sono stati rapiti e sei sono rimasti feriti nell'assalto di lunedì sera nel seminario maggiore Christ the King, nello Stato di Kaduna, in Nigeria. Nel Paese si moltiplicano le violenze dei gruppi armati contro i cristiani

Nigeria, l'assalto armato nella scuola cattolica: rapiti tre seminaristi

Avevano appena cenato e sedevano in uno dei tavoli della caffetteria dell’istituto quando sono esplosi i primi proiettili. A fare irruzione nel seminario maggiore Christ The King, nello stato di Kaduna, in Nigeria, è stato un gruppo di uomini armati. Erano le sette dell'11 ottobre. Il gruppo di cinque studenti è stato circondato dai miliziani con le armi in pugno. "Li hanno accerchiati e li hanno portati via, poi hanno rilasciato due di loro e hanno sequestrato gli altri tre", ha raccontato all’Associated Press monsignor Joseph Hayab, presidente dell’associazione dei cristiani della Nigeria per il Kaduna.

Da allora dei tre seminaristi si sono perse le tracce, nonostante le forze di sicurezza stiano setacciando la zona, come ha assicurato alla stessa agenzia di stampa il portavoce locale della polizia, Mohammad Jalige. I tre ragazzi rapiti frequentavano il quarto e ultimo anno del seminario cattolico che si trova all’interno del St. Albert Institute For Higher Education. Alla fine dell’anno dovrebbero diventare sacerdoti.

L’assalto è avvenuto sotto gli occhi attoniti del rettore e di altri 130 studenti. Sei di loro sono rimasti feriti nell’agguato e sono stati trasferiti nel Salem Hospital di Kafanchan. L’appello per la loro liberazione, raccolto dalla fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre, arriva da padre Emmanuel Okolo, il cancelliere della diocesi di Kafanchan, che gestisce il seminario.

"Chiediamo la vostra vicinanza nella preghiera per il rilascio celere e in condizioni di sicurezza dei nostri fratelli rapiti", ha dichiarato, "utilizzeremo ogni mezzo legittimo per garantire il loro rilascio rapido e sicuro". Si tratta di un atto "abominevole", gli fa eco Thomas Heine-Geldern, presidente esecutivo della fondazione. "Facciamo appello alla coscienza dei loro rapitori e li esortiamo a rilasciare questi giovani", ha aggiunto, chiedendo alla comunità internazionale di prendere posizione sulle "atrocità che si verificano ogni giorno" e le "continue sofferenze dei cristiani a causa di Boko Haram, degli attacchi dei Fulani e degli atti di violenza dei banditi in tutto il Paese".

Proprio nel Kaduna, circa un anno fa, quattro aspiranti sacerdoti che frequentavano il seminario Good Shepherd erano stati sequestrati. Il rapimento si era risolto con il rilascio di tre di loro. Il più giovane, un ragazzo di 18 anni che studiava per l'ordinazione, Michael Nnadi, invece, è stato ucciso.

Il seminario maggiore di Christ the King, si trova a 230 chilometri da Kaura, una zona rurale del Kaduna, dove due settimane fa un gruppo di banditi ha fatto irruzione uccidendo quaranta persone. A seminare il panico nei villaggi degli Stati centrali e del nord ovest della Nigeria sono i pastori fulani, da decenni in lotta con i contadini di etnia hausa per l’accesso all’acqua e ai pascoli, mentre nel nord est imperversano i jihadisti di Boko Haram.

L’ultimo blitz delle forze di sicurezza è andato in scena la scorsa settimana. Ma per Heine-Geldern la situazione nel Paese resta "terribile".

Il governo, ha chiesto il presidente esecutivo di Aiuto alla Chiesa che Soffre, deve intervenire per "garantire la sicurezza dei cittadini". Altrimenti, avverte, la Nigeria "corre il rischio di diventare uno Stato fallito".

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