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Sudafrica, uomo accoltella la fidanzata, la decapita e ne "conserva la testa in frigo"

Davanti ai giudici sudafricani, l’imputato, che rischia l’ergastolo, si è dichiarato colpevole e rammaricato per l’uccisione della ragazza

Sudafrica, uomo accoltella la fidanzata, la decapita e ne "conserva la testa in frigo"

Sta destando scalpore in Sudafrica la vicenda di un fidanzato che ha ucciso la sua ragazza a coltellate per poi “decapitarla” e “conservarne la testa in frigo”. L’episodio di cronaca si è verificato a Johannesburg nell’aprile del 2019, ma il processo a carico dell’assassino reo confesso è entrato nel vivo proprio in questi giorni. L’indagato è il 33enne Elhadji Adama Kebe, arrivato in Sudafrica dal Senegal nel 2016, mentre la vittima si chiamava Sibongile Zenzile, di 29 anni di età.

Secondo la ricostruzione fatta dalla pubblica accusa, l’uomo avrebbe aggredito in casa la fidanzata poiché pazzo di gelosia. Kebe era infatti convinto che lei lo tradisse e che accoltellarla, decapitarla e conservarne la testa in frigo fosse una giusta “punizione” per la partner. L’omicidio sarebbe avvenuto il 25 aprile di due anni fa e, dopo avere ucciso la 29enne, l’assassino sarebbe andato ad aprire il negozio di cui era titolare, ubicato poco lontano dal luogo dell’aggressione. Kebe sarebbe stato arrestato in tale esercizio commerciale il giorno dopo l’uccisione di Sibongile. La notizia della terribile fine della ragazza aveva allora sconvolto i familiari della stessa, con la madre di lei che, dopo avere saputo della morte della figlia, era stato colta da un malore e quindi ricoverata in ospedale per due settimane.

Nel processo a suo carico, Kebe ha sempre ammesso la propria colpevolezza davanti ai magistrati dell’Alta Corte di Johannesburg, esprimendo allo stesso tempo “dispiacere” per le brutalità inflitte a Sibongile. Secondo la stampa sudafricana, gli avvocati dell’imputato, grazie alla confessione di quest’ultimo, cercheranno di ottenere dalla Corte una sentenza mite a carico del loro assistito. Kebe, incriminato per omicidio e deturpazione di cadavere, rischia attualmente una condanna all’ergastolo.

Gli stessi avvocati sono stati però ultimamente accusati dalla pubblica accusa di avere ideato un ulteriore espediente per mitigare la condanna del loro cliente: sottoporre all’attenzione del giudice indizi del fatto che Kebe avrebbe ucciso e decapitato la fidanzata perché “aggredito” in precedenza da lei.

La sentenza ai danni dell’assassino verrà comunque emessa non prima del mese prossimo.

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