È morto Schiaffino, umorista e editore

È morto Schiaffino, umorista e editore

Se n’è andato sorridendo, con quel suo sorriso appena venato da una piega di malinconia, mentre in un lampo, è sicuro, gli passavano davanti agli occhi le tante vignette satiriche, i libri, i guizzi di genio creativo, e anche le battaglie per affermare la serietà dell’umorismo e l'inevitabile umorismo dei mediocri - i suoi strali preferiti! - che vorrebbero fare i seri e non ci riusciranno mai. Ci piace immaginarlo così, anche all’epilogo di una vita particolarmente intensa, Gualtiero Schiaffino, giornalista, autore satirico, editore, scomparso a 64 anni nel giorno di Natale all’ospedale di San Martino dov’era ricoverato. Nelle ultime settimane la malattia gli ha lasciato poco tempo, niente per uno che era abituato a non fermarsi mai. Ché se proprio si doveva fermare, lo faceva con la matita in mano e il foglio bianco davanti: in quei momenti, viaggiavano le dita, magiche, ma viaggiava soprattutto la creatività. Con gli anni sono «venuti fuori» i personaggi a tutto tondo, tutt’altro che macchiette essenziali: i Saltincielo, tanto per dire, la sua prima assoluta, che risale al 1970 quando la facoltà di giurisprudenza perde uno dei suoi allievi meno convinti, ma il marketing, l’arte figurativa e poi la letteratura acquistano un pezzo da novanta.
Il cammino è lungo e non certo semplice per uno come lui nato a Camogli e discendente da una famiglia di antiche e austere tradizioni marinare. Austero? Sì forse lo è stato, Schiaffino, ma con misura: come quando viene nominato assessore in Provincia nella giunta di Marta Vincenzi, e si deve occupare di patrimonio culturale dell’entroterra, di mare, di beni culturali. E anche di comunicazione, la sua specialità, in cui ha acquisito un’esperienza trentennale fin da quando si è affermato nel cartooning sulle maggiori testate di settore, da Segretissimo al Corriere dei ragazzi. Nel frattempo, escono per i tipi della Casa editrice Dardo i libelli «La presa per il culto» e «Lei non sa chi sono Dio». Nel 1982, il grande salto: fonda una casa editrice, con sede a Genova, specializzata nella realizzazione di prodotti editoriali finalizzati a eventi di comunicazione e nell'edizione di riviste e libri. Ma negli anni Ottanta ne combina una ancora più grossa: nasce la rivista Andersen, specializzata nella letteratura per l'infanzia e con forte attenzione alla didattica. Da una costola della rivista nascerà poi il prestigioso Premio Andersen-Il Mondo dell'Infanzia di Sestri Levante, il principale riconoscimento italiano ai volumi per ragazzi e ai loro autori, illustratori, editori che da quasi trent’anni è considerato l’Oscar italiano del libro per ragazzi. Lui, intanto, Schiaffino continua a coltivare l’amore per l’ironia (anche l’autoironia) e i calambour: il suo regno diventa Feguagiskia'Studios, la sua firma Skiaffino. Non trascura i grandi amori, la bicicletta, il ciclo tappo, si inventa addirittura la Federazione e il Campionato italiano gioco ciclo tappo: un successo strepitoso, un gran divertimento che coinvolge bambini e adulti. E lui sorride. Si incavola solo quando la Rai manda in onda la fiction «Eravamo solo Mille». In Provincia, da consigliere della Margherita, difende a spada tratta la memoria storica: «È inaccettabile - tuona - il travisamento, addirittura con una visione quasi caricaturale di Simone Schiaffino, il camoglino alfiere e maggiore dei Mille caduto a Calatafimi». È l’unica volta che si arrabbia. Ma non l’unica in cui fa riflettere. Fino all’ultimo, quando come presidente del Rotary Chiavari Tigullio promuove un’asta di vini e vignette a favore dei bambini del Burundi.

È cronaca di ieri, un’altra speranza di sorriso regalata al prossimo. Ciao, Gualtiero.
I funerali si svolgeranno oggi alle 15 e 30 al Santuario del Boschetto di Camogli. Ai famigliari, al figlio Simone, giornalista del Secolo XIX, le condoglianze della redazione del Giornale.

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