«Non rinfacciare tristi storie di valigette, questo è stile»

Il dopo derby è stato caratterizzato da un coro di voci starnazzanti scandalizzate per eventi che hanno turbato la profonda sensibilità e l'assoluto decoubertianismo dei genoani: presunti insulti (in pieno trans agonistico) rivolti ad un giocatore di colore, devastante diseducazione da parte di un calciatore eccessivo nelle proteste, disgustosa mancanza di fair play di una società e di una squadra che hanno festeggiato una vittoria speciale. Verrebbe da pensare che i Genoani siano l'ultimo baluardo a tutela della sportività e del fair play. Insomma, le vestali del calcio. Peccato che tre anni fa siano stati beccati con le mani nella marmellata (anzi nella valigetta) dopo aver compiuto l'azione più vile e marrana: comprarsi una vittoria.
Non ci è dato di sapere l'effetto devastante che tale cialtroneria ha avuto su Sir James Spensley. Penso che abbia ripudiato gli indegni nipotini dei gloriosi fondatori del Grifone. A mia memoria (veleggio verso i 64 anni) non ricordo di qualcuno che, come in un film di Banfi, abbia comprato una partita in maniera così cialtronesca. Insomma, oltre che disonesti anche «coglioni». Evidentemente i genoani hanno rimosso.

Sarebbe onesto riconoscere il fair play di chi non rinfaccia quotidianamente a queste vergini del minareto le loro recenti infamità. Questo è stile. Ma farlo capire a un genoano è impresa titanica. Anzi, inutile. Alla prossima valigetta (o busta o altro contenitore che verrà scelto)!

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