Anna Muzio
Come fa un punto vendita periferico di una nota multinazionale a fare il giro del mondo, portando lustro e consenso a un brand la cui casa madre dista 2.800 chilometri? Apre le sue porte a dei randagi.
La storia dell'Ikea di Catania sembra una favola prenatalizia, confezionata per riscaldare i cuori in vista dei primi freddi invernali. A inizio mese i dipendenti del negozio catanese dell'azienda svedese aprono le porte ad alcuni cani randagi durante i violenti temporali che colpiscono la Sicilia. Una cliente, tale Martine Taccia, fa un video e sua madre lo mette su Facebook: oggi ha superato 1,2 milioni di visualizzazioni. Nel video si vedono due cani dormire placidamente all'ingresso del negozio, in mezzo ai mobili esposti. Potere dell'immagine canina su web o della storia edificante, il video valica i confini nazionali per essere visualizzato - e ampiamente commentato in tutto il mondo, dal Canada alla Corea del Sud, dall'America Latina al Giappone. I commenti per la gran parte sono entusiasti e lodano la disponibilità di Ikea.
L'ufficio stampa italiano della multinazionale svedese, da noi contattato, minimizza: «Si è trattato di un'iniziativa estemporanea. Fuori il tempo era pessimo, questi cani sostano spesso intorno al punto vendita e sono entrati. Il personale ha pensato di accoglierli e fornirgli un riparo in una situazione di emergenza». Insomma, non è stata un'iniziativa dell'azienda e non sarà replicata. A leggere i commenti al video in realtà i cani che sembrano molto a loro agio tra poltrone e tappeti dai nomi impronunciabili ma dall'aria assai morbida sono spesso ospitati in negozio.
Il problema del randagismo è endemico nel Sud Italia. Secondo la Lav, la Lega anti vivisezione, dei 114.866 cani ospitati nei canili rifugio di tutta la penisola nel 2017, il 72 per cento si trovava nel Mezzogiorno. E la convivenza non è semplice. Sei anni fa nel parcheggio di quella stessa Ikea oggi osannata per la sua sensibilità verso gli animali abbandonati erano stati trovati tre cani randagi che da sempre sostano in zona, seguiti da un'associazione locale avvelenati, suscitando le proteste degli animalisti.
Ikea aveva chiarito la sua estraneità. Ma era comunque finita nella bufera dei social. Oggi quegli stessi social, che al tempo avevano lanciati sospetti e accuse, esultano. Dalle stalle alle stelle, nei modi più inaspettati.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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