greca sembra virare verso un finale meno noir. Se non fosse che nelle vene del Paese scorre una crescente tensione sociale a causa delle misure draconiane imposte dal governo Papandreu, ci sarebbe quasi da festeggiare. Per la verità, cè chi ha comunque brindato allo scampato pericolo. Come la Borsa di Atene, dove lindice è volato ieri del 5,7% spinto verso lalto dai rialzi a doppia cifra delle banche, mentre le altre piazze europee hanno corretto i ribassi accumulati dopo il pessimo dato sulloccupazione Usa. A Milano (+0,53%), si è innescato un rally di fine seduta sui titoli del credito, in particolare su Intesa Sanpaolo (+4,92%) e su Ubi (+2,46%).
A convincere la troika composta dagli ispettori di Ue, Fmi e Bce a dare il beneplacito alla concessione dellultima fetta di aiuti nellambito del piano da complessivi 110 miliardi, è stata lattuazione di quella terapia durto ferocemente contestata dai cittadini greci. Ieri militanti del partito comunista hanno impedito ai dipendenti laccesso al ministero delle Finanze proprio mentre usciva la pagella della Grecia, in cui si sottolineano i «progressi significativi» compiuti da Atene nellazione di consolidamento fiscale nel primo anno del programma di risanamento. La troika considera inoltre positivo limpegno preso dal Paese ellenico nel velocizzare il processo di privatizzazione, da cui dovrebbero derivare introiti per una cinquantina di miliardi, e la decisione di affidarne lattuazione a un organismo indipendente. I passi individuati dovrebbero permettere alla Grecia di ridurre il deficit al 7,5% questanno e all1% nel 2015. Quanto alla liquidità del settore bancario, benchè ancora «tirata», è «fondamentalmente equilibrata».
Il versamento resta condizionato al via libera dellEcofin e del board esecutivo del Fmi. Inoltre, gli esperti della triade sollecitano un rafforzamento delle riforme strutturali e fiscali. Nei giorni scorsi Atene aveva ventilato nuove misure di austerità da 6,4 miliardi e per altri 22 miliardi entro il 2015. Papandreu ha confermato ieri lintenzione di «onorare tutti gli impegni». LEuropa sembra volergli dare fiducia: già ci sarebbe un accordo di massima per concedere ulteriori aiuti (si parla di 60 miliardi).
E ieri Jean-Claude Juncker, presidente dellEurogruppo, si è spinto ancora più in là ipotizzando la partecipazione «su base volontaria» delle banche private che detengono debito greco al nuovo piano di sostegno. «È ovvio - ha concluso Juncker - che la Grecia non uscirà dalleuro zona».
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