Le Pen: «Io sono un vero francese Sarkozy è figlio dell’immigrazione»

Il leader dell’estrema destra attacca il candidato rivale figlio di ungheresi

da Parigi

La campagna elettorale ufficiale in vista delle Presidenziali francesi (22 aprile e 6 maggio) è cominciata ieri con una bordata polemica di Jean-Marie Le Pen contro Nicolas Sarkozy, ossia del candidato dell’estrema destra contro quello della destra liberale. Le Pen è giunto a rinfacciare a Sarkozy le sue origini straniere (famiglia immigrata dall’Ungheria) e si è definito «l’uomo del territorio francese» in alternativa a quello «venuto da fuori». Parole che destano molte critiche. Intervistato da Tv5, il canale satellitare francofono, il leader dell’estrema destra ha detto che la sua origine «nazionale» dovrebbe costituire un atout nei confronti di un personaggio «scaturito dell’immigrazione». Le Pen ha poi rincarato la dose, dicendo: «Io prendo atto che Sarkozy si è gloriato a più riprese di essere figlio di immigrati». Effettivamente il ministro uscente dell’Interno - Sarkozy, appunto - ha sempre sottolineato l’importanza della «macchina» francese per l’integrazione degli immigrati, che spesso si sentono cittadini a pieno titolo e che rispettano i valori del Paese in cui vivono. Sarkozy basa il suo programma presidenziale sulla necessità di rimettere in funzione il meccanismo dell’integrazione, inceppatosi nell’ultima ventina d’anni a causa - tra l’altro - dell’elevato numero di clandestini e delle pressioni degli estremisti islamici, che rifiutano di condividere i valori democratici alla base delle istituzioni dei Paesi europei.
Sarkozy ha fatto della propria esperienza personale una dimostrazione del fatto che l’integrazione può essere un vantaggio per i nuovi venuti come per il Paese che li accoglie. Eccolo promettere - in caso di suo ingresso all’Eliseo - la creazione di un «ministero dell’Identità nazionale e dell’Immigrazione», che sarebbe un modo per rilanciare e modernizzare la «macchina» per assimilare coloro che arrivano dall’estero. Ma Le Pen - che alle elezioni presidenziali di cinque anni fa riuscì addirittura a qualificarsi per il ballottaggio - utilizza tutti gli argomenti polemici contro i suoi avversari e vede in Sarkozy un pericoloso rivale, da combattere a tutti i costi. Le Pen insiste sul tasto dell’«immigrazione zero» e dice che - se in passato si fosse adottata una linea del genere - «la Francia avrebbe fatto a meno di Sarkozy, il quale avrebbe potuto fare una bella carriera in Ungheria». Parole che difficilmente Sarkozy dimenticherà, se riuscirà a completare all’Eliseo la sua «bella carriera» in Francia.
A Parigi le feste di Pasqua sono coincise con alcune splendide giornate primaverili, ma il clima politico è stato condizionato dalla tempesta dei sondaggi. Quelli sul primo turno si ripetono con monotonia: Sarkozy in testa, seguito dalla socialista Ségolène Royal, dal centrista François Bayrou e da Le Pen.

Un altro sondaggio riguarda l’elevato numero degli indecisi: il 42 per cento degli elettori non ha ancora scelto a chi dare il proprio voto. Ma quasi due francesi su tre (per l’esattezza il 59 per cento) pensa che alla fine sarà Sarkozy a diventare presidente. In Francia, non in Ungheria.

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