RomaApparentemente integrati nel Paese, con un lavoro «normale» e magari con una moglie italiana. Ma in realtà «votati a sostenere Al Qaida con ogni propria energia e con ogni mezzo». Impegnati in particolare nel proselitismo via web, con un forum considerato parte della galassia dell'organizzazione terroristica fondata da Osama bin Laden, frequentato da aspirasti jihadisti sparsi in tutto il mondo e pronti a fornire ai «fratelli» informazioni e contenuti tematici utili non solo a radicalizzare i frequentatori del sito web, ma anche alla logistica per arruolarsi come foreign fighter s, andando a combattere nelle zone di guerra in Medio Oriente per morire da martiri, o esaltando gli assassini di Charlie Hebdo.
Ieri il Ros ha chiuso il cerchio sulla prima indagine italiana su un forum affiliato ad Al Qaida, arrestando due maghrebini residenti in Italia, il 29enne tunisimo Ahmed Masseoudi - promotore e «capo» del sito Ashaq Al Hur (il nome vuole dire «gli amanti delle vergini», un riferimento alla vocazione al martirio) - e il 37enne marocchino Abderrahim El Khalfi, sposato con un'italiana, finanziatore e collaboratore del sito, indagati per associazione con finalità di terrorismo internazionale, con l'aggravante della transnazionalità del reato. Già in carcere in Marocco il 27enne Mohammed Majene, anche lui tra gli amministratori del sito web. Anche un altro marocchino è stato arrestato dalla polizia del Paese nordafricano ad aprile 2012 in seguito alla collaborazione con gli investigatori italiani che, il 12 febbraio 2012, avevano intercettato una conversazione su Facebook in cui quest'uomo manifestava l'intenzione di «morire da martire colpendo il Parlamento e Matwizine (festival musicale che si sarebbe tenuto nel maggio successivo a Rabat)». Quanto a Majene, dopo l'arresto ha fornito «precise e riscontrate indicazioni in merito ai soggetti dell'organizzazione con cui è venuto in contatto ed ha collaborato», tanto che il gip di Roma ha rigettato la nuova richiesta di custodia cautelare a suo carico, sia perché l'uomo è già dietro le sbarre, sia perché l'aver collaborato lo rende «inattendibile» per la galassia del terrore jihadista. Tra i moderatori di «i7ur» c'era anche il tunisino Khaled Amroune, attivo con l'alias abo.jihad47 e iscritto al forum gestito dai due maghrebini «italiani» da febbraio 2011, con l'esplicita indicazione nel suo profilo dell'affiliazione ad Al Qaida. Ma Amroune è morto tra il 6 e il 7 febbraio 2013 in Siria, dove era andato a combattere con Jabhat al Nusra.
L'indagine dimostra il ruolo decisivo svolto dal web nello sviluppo del terrorismo homegrown , con l'autoradicalizzazione che frequentemente arriva proprio tramite internet. E di quali fossero le finalità del sito ne scrive, in un annuncio agli «utenti», proprio il fondatore, Masseoudi: «La nostra jihad mediatica è una cosa importantissima e seria e non è una perdita di tempo... è un'arma per affrontare la guerra mediatica che gli infedeli invasori hanno compiuto e stanno compiendo contro l'islam e i musulmani».
Nell'ordinanza di arresto, il giudice spiega come il sito non sia un mero mezzo «virtuale», perché grazie ad esso i due maghrebini hanno «intessuto e stabilito relazioni di altissimo livello con i vertici di organizzazioni terroristiche, scambiando con questi materiali, supporti, aiuti, informazioni e copertura», e in particolare Masseoudi, «che ha votato la propria esistenza alla causa jihadista», grazie alla crescita di popolarità del sito «è divenuto un personaggio di spicco» di al-Qaida, fornendo a ideologi e predicatori della jihad violenta «un palcoscenico mediatico per giustificare l'azione di al-Qaida e effettuare la propaganda mirata a sviluppare il terrorismo
home grown ». Impressionante la geolocalizzazione degli utenti, considerati affiliati all'associazione. C'è tutto il mondo: Islanda, Usa, Pakistan, Svezia, Germania, Mauritius, Yemen, Finlandia e altre decine di nazioni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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