Ottocento telefonate ai figli. Rodolfo Pellegrini, avvocato torinese in pensione, ha composto e ricomposto senza sosta il numero dei suoi ragazzi, che non riusciva a sentire, spinto da un presentimento o da qualcos'altro che potrebbe ora servire a spiegare un delitto atroce, ancora senza movente.
Poi l'uomo ha scoperto quello che nessun padre vorrebbe mai sapere. Il primogenito Enrico, di 52 anni, è stato ucciso e a impugnare l'arma sarebbe stato il fratello Carlo, avvocato di 48 anni. La vittima è stata trovata domenica pomeriggio con un coltello infilzato in un occhio al centro della cantina di un condominio di via Principe d'Acaja 38, dove abitava, poco distante dalla stazione ferroviaria di Porta Susa. Nella stessa abitazione si vedeva spesso anche Carlo, che ci aveva stabilito il suo studio.
In base ai primi rilievi del medico legale la morte potrebbe risalire a diversi giorni fa. L'assassino è stato fermato solo ieri, su disposizione del pm Delia Boschetto, a Rovereto (Trento) dove, secondo gli investigatori era fuggito dopo il delitto. Il mistero è iniziato qualche giorno fa. Il papà Rodolfo in questi giorni si trovava fuori Torino e non riusciva a sentire nessuno dei due figli. Disperato aveva chiamato la portiera, chiedendo di andare ad aprire la porta con le sue chiavi, ma qualche tempo fa Enrico aveva subito un furto in casa e aveva cambiato la serratura.
Così l'anziano si è rivolto alle forze dell'ordine. Nei giorni scorsi i vigili del fuoco sono entrati nella casa al secondo piano, passando dall'esterno, ma era tutto in ordine e non avevano notato nulla di sospetto. Quando domenica hanno perquisito la cantina, che era chiusa a chiave, invece, hanno trovato il corpo senza vita di Enrico, che giaceva supino sul pavimento. I sospetti si sono subito concentrati sul fratello Carlo, che è stato ascoltato inizialmente solo come persona informata sui fatti. Ma successivamente è stato di nuovo convocato in caserma dai carabinieri, che poi lo hanno riportato nella sua seconda casa, poco fuori Rovereto. Quache ora dopo scattato l'arresto. «Il mio cliente - spiega l'avvocato Nicola Canestrini, che difende Pellegrini - è stato fermato per essere identificato.
Poi è stato ascoltato nuovamente come persona informata dei fatti. Il fermo è stato convalidato questa mattina anche se non sussisteva il pericolo di fuga. Non si è mai mosso dalla sua abitazione in una località turistica, dove si trovava da qualche giorno.
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