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In Antartide la pioggia fa una strage di pinguini

Nella colonia della Terra di Adelia sopravvissuti solo due cuccioli su quasi 40mila esemplari

In Antartide la pioggia fa una strage di pinguini

Solamente due pulcini sopravvissuti in tutto il 2017 da una colonia di oltre 18.000 coppie di pinguini. Un'ecatombe avvenuta nella Terra di Adelia, nella parte sud-orientale del continente antartico. Una strage che non si può nemmeno definire senza precedenti, perché la stessa colonia fu colpita già nel 2013 da una catastrofe simile: nessun sopravvissuto nel ciclo produttivo di quell'anno.

L'allarme è molto alto tra scienziati e ambientalisti, che additano i cambiamenti climatici come causa principale della moria. Quest'anno in Antartide si è infatti registrata una riduzione record del ghiaccio marino, retrocesso ovunque nel continente tranne che nella Terra di Adelia, dove il ghiacciaio Mertz ha registrato un inusuale allargamento della superficie. Un evento inaspettato, che ha allungato di molto la marcia dei genitori per procurare il cibo ai pulcini. Una lunga marcia, troppo lunga: oltre 100 chilometri tra i ghiacci antartici, lasciando i piccoli esposti al freddo. E alla pioggia, caduta più copiosamente del normale: non essendo dotati di piume idrorepellenti come gli adulti, se si bagnano molto faticano poi a mantenere un'adeguata temperatura corporea. I pinguini di Adelia mangiano quasi esclusivamente il krill, una sorta di piccoli gamberetti, e la minaccia alla loro sopravvivenza non arriva solo dai cambiamenti climatici. La zona marina di fronte alla Terra di Adelia sta infatti rischiando di essere aperta alla pesca internazionale. «Non possiamo in nessun modo correre il rischio di aprire questa zona alla pesca esplorativa di krill», ha commentato Rod Downie, responsabile del programma Polare del Wwf Internazionale. È anche di questo che si dibatterà la prossima settimana a Hobart, in Australia, dove il Wwf chiederà di creare un'area protetta internazionale nelle acque di fronte la Terra di Adelia. La proposta, capeggiata da Australia e Francia, con il supporto dell'Unione Europea, sarà sottoposta alla Commissione per la Conservazione delle Risorse Marine Antartiche (Ccamlr), composta da 25 stati membri e dall'Ue, dopo un iter durato ben otto anni. Secondo il Wwf la nuova area marina protetta sarebbe «cruciale per garantire un futuro per la fauna selvatica e la biodiversità nella penisola antartica orientale, tra cui in particolare i pinguini di Adelia e i pinguini imperatori».

Secondo il Consiglio nazionale delle ricerche francese, «la regione è sottoposta a significativi cambiamenti ambientali che sono legati alla riduzione del ghiacciaio Mertz sin dal 2010», tendenza

invertitasi inaspettatamente la scorsa estate. «Un'area marina protetta purtroppo non potrà porre rimedio a questi cambiamenti, ma può prevenire gli ulteriori impatti che derivano dalle dirette pressioni antropogeniche».

DZ

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