Un bambino coperto di sangue adagiato sul nastro trasportatore della cassa di un supermercato.
Una scena agghiacciante, che ha sconvolto i dipendenti e i clienti di un supermarket Lidl in zona Po' Bandino, a Città della Pieve, dove vive il premier Mario Draghi. Il piccolo, Alex Juhasz, morto poco dopo le 16 per alcune ferite di arma da taglio sul corpo, aveva appena due anni. A portarlo lì, per chiedere aiuto, è stata la mamma, una donna ungherese di 43 anni, che era in profondo stato confusionale. La vicenda è ancora avvolta nella nebbia e del caso si stanno occupando i carabinieri del Comando Provinciale di Perugia, che hanno fermato e ascoltato la donna per ore.
Ci sono poche certezze e su diversi dettagli per ora i militari hanno la bocca cucita. La donna è entrata con il piccolo tra le braccia per chiedere aiuto e sollecitare l'immediato intervento del personale medico. I testimoni della scena hanno raccontato che il bimbo aveva profondi tagli, probabilmente provocati con un coltello non solo all'addome, ma anche al torace e addirittura al collo. I sanitari hanno cercato di strapparlo alla morte, ma è stato inutile. Quello che è accaduto poco prima non è chiaro. Lei, in evidente stato confusionale, ha fornito diverse versioni contrastanti sulla dinamica degli eventi e proprio per questo è stata portata in caserma a Città della Pieve, a disposizione degli inquirenti. Sul posto sono arrivati poco dopo il medico legale Laura Panata e il pm di turno, Manuela Comodi.
Dai primi riscontri risulta che l'ungherese abiti a Chiusi (Siena) a casa di un conoscente. Mentre il corpo del piccolo veniva portato via dalla mortuaria, per essere messo a disposizione della magistratura, i carabinieri hanno ascoltato una dopo l'altra tutte le persone presenti al momento della tragedia a caccia di dettagli utili alle indagini.
L'area del piazzale del supermercato è stata subito sequestrata, per effettuare i rilievi e in una vicina area verde è stato ritrovato il passeggino del piccolo, sporco di sangue ma accuratamente chiuso. Le indagini, in un secondo momento, si sono concentrate su un edificio diroccato poco distante dal luogo della tragedia, dove forse si sarebbe consumato il delitto. È un edificio abbandonato circondato da erba alta e terra incolta dove potrebbe essere stata nascosta l'arma, forse un coltello. La Procura ha aperto un fascicolo per omicidio volontario, anche se al momento non si escludono altre piste. La posizione della donna è al vaglio dell'autorità giudiziaria, che già nelle prossime ore potrebbe dare il via libera all'autopsia, per capire quanti colpi ha ricevuto il bambino e quale arma è stata usata.
Sconvolta la comunità e nel comune non si parla d'altro. Il sindaco della città Fausto Risini ieri ha commentato con sgomento l'accaduto.
«Abbiamo appreso di un fatto drammatico di cui non conosciamo la natura - ha detto -. Sappiamo che un bambino è morto. Questo scuote l'intera comunità. Esprimo la vicinanza mia come sindaco, dell'intera amministrazione e di tutti i cittadini scossi da quanto accaduto».
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