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In campo Mattarella per rassicurare Europa e Stati Uniti

Conte corregge il tiro: "Ci stiamo muovendo con prudenza". E il Colle benedice l'accordo

In campo Mattarella per rassicurare Europa e Stati Uniti

Roma - Pressing del Colle affinché la Via della Seta non si trasformi in una Via Crucis per il governo compromettendo le tradizionali alleanze. Il pranzo che si è tenuto ieri al Quirinale, come è consuetudine prima del Consiglio Europeo, è servito anche a consolidare una posizione che dovrebbe definitivamente rassicurare sia la Ue sia gli Usa rispetto al Memorandum sulla Belt and Road Initiative che dovrebbe essere siglato da Italia e Cina. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ottenuto rassicurazioni sul fatto che questo Memorandum è molto meno pesante, meno ricco di contenuti rispetto a patti analoghi stipulati da altri Paesi europei. Non solo. Il premier Giuseppe Conte ha ribadito che gli accordi che il nostro Paese andrà a sottoscrivere fisseranno paletti anche più rigidi di quelli che nei giorni scorsi ha evocato la Commissione Europea. Le preoccupazioni espresse anche dagli Usa attraverso il segretario sono oggetto di attenzione da parte dell'esecutivo dopo che il Segretario di Stato, Mike Pompeo, ha definito l'accordo Italia-Cina «opaco» e dunque motivo di preoccupazione soprattutto per le questioni legate alla sicurezza. Ma anche la settimana scorsa nella riunione del Consiglio supremo di Difesa, l'Italia ha ribadito che la Nato e la Ue «restano il costante riferimento dell'Italia, che deve continuare a contribuire ad esse in maniera convinta ed efficace». Un punto condiviso da tutto il governo che ieri ha preso parte al pranzo al Quirinale dove erano presenti i ministri dell'Interno, Matteo Salvini; dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio; degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi; della Difesa, Elisabetta Trenta; dell'Economia e delle Finanze, Giovanni Tria; oltre al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti. Tutti concordi sulla necessità di severe regole di ingaggio ma allo stesso tempo pure sul fatto di non perdere l'opportunità di aver la Cina come partner commerciale. E sui rapporti Italia Cina il premier riferirà alle Camere martedì prossimo in vista appunto del Consiglio europeo, in programma il 21 e il 22 marzo a Bruxelles che avrà all'ordine del giorno proprio i rapporti dell'Europa con la Cina.

Il premier Conte ieri aveva già chiarito in una lunga intervista al Corriere della Sera che l'Italia non corre rischi di «colonizzazione e che il governo si sta muovendo con prudenza a tutela della sicurezza nazionale. «Nessuna opacità nell'accordo», garantisce Conte; ma invece massima trasparenza mantenendo un dialogo costante anche su questo dossier con gli Stati Uniti.

Stesse rassicurazioni che il premier Conte avrebbe confermato due giorni fa durante l'audizione al Copasir. Escludendo soprattutto che nel Memorandum ci siano rifermenti alla tecnologia 5G, che è poi il punto sul quale si concentra l'attenzione degli Usa, preoccupati all'idea che una penetrazione tecnologica di Pechino in Europa possa costituire una falla per informazioni cruciali che gli Usa non hanno nessuna intenzione di lasciare a disposizione del gigante cinese.

Il premier ha spiegato che la disponibilità dell'Italia a collaborare con la Cina non equivale a ridisegnare la nostra collocazione atlantica. Conte ha separato le due questioni, quella tecnologica e quella commerciale.

E dopo il grido d'allarme lanciato due giorni fa dalla Commissione europea che ha ammonito tutti i paesi membri a parlare con una voce sola ed a procedere ad accordi omogenei con la Cina ieri Pechino ha risposto invitando l'Unione europea a non trasformare la concorrenza tra due partner in una rivalità. «Nell'era della globalizzazione, c'è competizione benevola tra diversi sistemi economici», ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Lu Kang, «non vogliamo che la competizione prenda la forma di una rivalità».

L'auspicio di Pechino è che Bruxelles «lavori per continuare a promuovere le relazioni tra Ue e Cina».

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