Politica

Il comunista col Rolex tifa tasse

Sui suoi canali social il giornalista si schiera con la proposta di Enrico Letta di tassare le successioni e attacca Mario Draghi: "Lui ai ricchi ha solo dato"

Gad Lerner, il comunista col Rolex che sogna il partito delle tasse

Il comunista col Rolex colpisce ancora. Quando il segretario del Pd Enrico Letta ha proposto al governo di varare una "dote" per i diciottenni da finanziare con l'aumento della tassa di successione per i "super-ricchi", a Gad Lerner si sono illuminati gli occhi.

Peccato che, la furbata di Letta, che rimprovera a Matteo Salvini di ostacolare l'azione dell'esecutivo e poi tira fuori proposte da bolscevichi mai discusse con gli alleati, Mario Draghi l'abbia respinta con perdite. Il suo commento, che il premier ripete ormai da mesi, è: "Questo non è il momento di prendere i soldi dai cittadini ma di darli".

Di fronte a questo diniego, Gad Lerner ha imbracciato camicia rossa, Rolex e lingua biforcuta per vergare un caustico commento su Twitter: "A Enrico Letta che proponeva la tassa di successione sui patrimoni da un milione in su, destinata ai giovani, Draghi ha risposto: 'Non è il momento di prendere'. In effetti lui ai ricchi ha sempre e solo dato".

Il riferimento, neanche troppo velato, è alla sua azione come Presidente della Banca Centrale Europea, ai salvataggi degli istituti di credito, ai soldi pubblici immessi sul mercato finanziario per coprire le magagne degli speculatori, dei poteri forti, degli squali. La visione di Lerner, tra l'altro, viene da lontano e non è mai cambiata nel corso degli anni. Già il 15 ottobre 2011 su Repubblica, in occasione di una manifestazione organizzata dai giovani antagonisti, e appena dopo l'approdo di Draghi alla BCE, scriveva: "Per loro, Draghi ribelli, il governatore rappresenta la personificazione di una cupola tecnocratica che impone sacrifici ai poveri e protegge i ricchi, costringendo i governi a onorare i debiti sovrani e finanziare le banche in crisi".

Pervaso di nostalgismo gramsciano, Lerner dimentica che il futuro dei giovani è stato depredato nel corso dei decenni con le politiche assistenzialiste varate a debito, con le parentopoli (spesso targate proprio Pd), con i punti di deficit ritoccati ogni volta verso l'alto per non riformare nulla. E a questo hanno contribuito, a vario titolo, gli stessi esponenti che oggi vorrebbero risolvere le grane dei giovani introducendo nuove tasse. Da quel 2011, infatti, con i vari Monti, Letta (proprio lui), Renzi, Gentiloni e Conte I e II, il rapporto debito PIL è aumentato di oltre il 10%.
L'esperienza di Letta, poi, è da Guinness dei primati, perché in appena 299 giorni di governo è riuscito a far aumentare il debito pubblico di 202 milioni di euro al giorno, per un totale di 60 miliardi. Si tratta dell'esecutivo di stampo politico con la media giornaliera peggiore di sempre. Peggio in assoluto, infatti, sono riusciti a fare solo i tecnici: Amato, Monti e Dini.

E lo sanno bene anche molti esponenti del Pd, visto che a parte il plauso di Sinistra Italiana (che è all'opposizione) e dei principali volti dem che non intendono già da ora incrinare i rapporti col segretario, c'è da ravvisare il silenzio di Base Riformista e le perplessità di tanti parlamentari che inorridiscono all'idea di far apparire ancora una volta il Pd come "il partito delle tasse" (il senatore Andrea Marcucci addirittura dice di condividere "totalmente" la risposta di Draghi).

In sostanza, il partito dei sogni di Gad Lerner.

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