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Conte pronto a prendere la leadership dei 5s. Scoppia la grana espulsioni: "Sono illegittime"

Giuseppi sarebbe il solo in grado di evitare nuovi addii. Il tribunale dà ragione a un dissidente: senza capo politico le esclusioni non valgono

Conte pronto a prendere la leadership dei 5s. Scoppia la grana espulsioni: "Sono illegittime"

Come anticipato dal Giornale il 10 febbraio, sta per realizzarsi lo schema auspicato dal Garante Beppe Grillo all'indomani della caduta di Giuseppe Conte e dell'incarico a Mario Draghi. Due galli nel pollaio sono troppi, quindi uno sarà ministro e l'altro leader politico, auspicava Beppe. Ed ecco Luigi Di Maio che fa il bis alla Farnesina, mentre Conte si prepara a diventare il capo del M5s. La scelta di un organo collegiale a cinque rischia però di complicare i piani per affidare la leadership grillina al giurista di origini foggiane. Nelle ultime settimane il M5s sta studiando una soluzione. I contiani in Parlamento tessono la tela per l'ex premier. Che sarebbe l'unica personalità in grado di tenere unito il Movimento. Resta da capire quale sarà la veste dell'impegno di Conte all'interno dei Cinque Stelle. Probabilmente, già nella prossima settimana, i grillini proporranno agli attivisti un'ulteriore modifica dello Statuto. Inserendo una sorta di coordinatore del direttorio. Oppure semplicemente derogando alla tempistica dei sei mesi di anzianità di iscrizione necessari per l'elettorato attivo e passivo su Rousseau. Conte infatti ancora non è nemmeno iscritto al Movimento. Ma pare che abbia sciolto la riserva. L'unico che rimane con l'amaro in bocca è Di Maio. Che a questo punto potrebbe anche rinunciare a candidarsi nell'organo collegiale. «Sicuramente non vuole fare il comprimario di Conte», ci dice un parlamentare molto in vista.

E non c'è pace sul fronte espulsioni. 12 deputati espulsi hanno dato vita alla componente l'Alternativa c'è alla Camera. Ieri li hanno seguiti sei espulsi al Senato, che si sono avvalsi del simbolo dell'Italia dei Valori per formare la componente. Componenti che potrebbero diventare gruppi autonomi nelle prossime settimane, se si raggiungesse quota 10 membri a Palazzo Madama e 20 membri a Montecitorio. Nel Palazzo non si escludono nuove defezioni tra i grillini, soprattutto tra gli ex ministri e sottosegretari uscenti delusi dalla mancata riconferma nel governo. Intanto una notizia ha dato speranza ai parlamentari intenzionati a fare ricorso per rientrare nel M5s. Tra di loro i senatori Barbara Lezzi, Nicola Morra, Elio Lannutti. Il tribunale di Cagliari, in merito al ricorso sull'espulsione di una consigliera regionale sarda, ha stabilito ieri che in questo momento il M5s è «privo di un rappresentante legale». «Dal 17 febbraio il M5s non ha un capo politico, quindi le espulsioni su istanza del capo politico ordinate dopo quella data sono illegittime», dice al Giornale Lorenzo Borrè, difensore dell'espulsa di Cagliari, esperto di questioni legali relative al M5s. Il tribunale del capoluogo sardo ha anche nominato un curatore speciale in sostituzione del capo politico. E Alessandro Di Battista? Si lamenta perché tre degli ultimi otto premier lavoravano per la banca d'affari Goldman Sachs. «Per adesso voglio studiare, scrivere, unire i pezzi ed informare.

Consapevole di quel che mi aspetta», conclude Di Battista.

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