Milano «Ma stiamo scherzando?». Roberto Burioni, virologo dell'ospedale San Raffaele di Milano, capofila della battaglia pro vaccini, salta sulla sedia quando sente l'ultima sparata di Salvini per far restare a scuola i bambini non vaccinati. E di fatto per far slittare (ancora) la piena attuazione dell'obbligo alla vaccinazione.
Dottor Burioni, se il decreto suggerito da Salvini al ministro Grillo dovesse passare, cosa accadrebbe nelle scuole dall'11 marzo?
«Sarebbe come autorizzare gli automobilisti ubriachi a entrare in autostrada senza controlli e senza multe. Metterebbero a rischio tutti gli altri guidatori che hanno una patente regolare e guidano seguendo il codice della strada».
Le sue metafore rendono sempre molto bene l'idea. È questo il messaggio che vuole mandare a Salvini?
«Salvini è ministro dell'Interno e nel mio immaginario il ministro dell'Interno si occupa della sicurezza degli italiani. Per questo mi stupisce molto la sua richiesta. Vuole davvero assecondare il peggio del nostro Paese? Vuole proprio guadagnare i voti di pochi cavernicoli perdendo quelli delle persone per bene che sono la grande maggioranza? Prima di scrivere certe cose dovrebbe farsi consigliare meglio da uno dei tanti medici leghisti capaci. Qui non stiamo parlando di opinioni politiche, ma di dati scientifici».
Il problema avrebbe dovuto essere affrontato prima, è vero, ma escludere i bambini non vaccinati dalla scuola vorrebbe dire violare il loro diritto all'istruzione.
«E sarebbe solo colpa dei loro genitori ignoranti che credono più a fattucchieri e chiromanti bugiardi anziché alla comunità scientifica. E alla sicurezza degli alunni che stanno guarendo dalla leucemia e non possono vaccinarsi chi ci pensa? Anche loro hanno diritto allo studio. E chi difende i bambini dei nidi, immunodepressi o comunque troppo piccoli per potersi vaccinare?».
Eppure il governo ha avviato proprio in questi giorni l'iter per rendere obbligatorio il vaccino contro il morbillo per chi vuole partecipare ai concorsi pubblici.
«Su questo sono d'accordo. Molto. Il nostro prossimo obbiettivo è infatti recuperare gli adulti che da piccoli non sono stati vaccinati. Ma ovviamente non dobbiamo fare passi indietro sulla copertura vaccinale per i bambini, altrimenti non raggiungeremo mai la soglia di protezione. Né avremo mai i risultati che ha ottenuto il Messico dove non ci sono più casi di morbillo».
I dati sulle vaccinazioni cosa dicono?
«Il ministro Giulia Grillo non ha messo i numeri a disposizione. Ma in base ai dati delle singole regioni sembra che ci sia stata un'inversione di tendenza negli ultimi due anni».
Diceva che la prossima sfida è recuperare gli adulti non vaccinati.
«Sì, perché nel 2015 il tasso di vaccinazione era dell'86%, più basso anche del Ghana. Quei bambini stanno crescendo e dobbiamo fare in modo che si vaccinino. Per usare una metafora potremmo dire che pochi anni fa avevamo un rubinetto impazzito che spruzzava acqua da tutte le parti. Ora quel rubinetto è stato chiuso. Ma resta una stanza allagata da svuotare. Ora dobbiamo impegnarci per raggiungere quell'obbiettivo».
Il movimento No Vax si sta placando rispetto a qualche tempo
fa?«Non saprei, diciamo che prima aveva campo libero, sui social e non. Ora la comunità scientifica e i giornalisti hanno creato un filtro e li hanno arginati diffondendo il più possibile le informazioni corrette».
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