Modello Venezia per limitare i danni del Coronavirus. Non è la soluzione a tutti i mali, anzi, perché «con le stime italiane al ribasso, il Paese rischia la recessione tecnica», come ricorda il responsabile economico di Forza Italia, Renato Brunetta, durante la conferenza stampa convocata per illustrare le proposte del partito al governo. Ma imitare ciò che è accaduto quando l'Aqua Granda ha inondato la laguna è un primo passo per evitare ulteriori danni: significa poter ricorrere all'utilizzo del Fondo per le emergenze nazionali. «Vorremmo estenderlo agli undici comuni territorialmente limitrofi alle aree di crisi» spiega Brunetta. La copertura arriverebbe dalla lotteria degli scontrini e cento milioni di euro sembrano agli azzurri «una somma congrua per intervenire a restaurare le perdite legate al territorio».
Ma se è vero che esistono le zone direttamente colpite, le conseguenze economiche negative sono ben più ampie, perché toccano le sorti di intere filiere, dal turismo al settore zootecnico, alle aziende in generale, soprattutto piccole e medie, già in crisi di ordinativi. Nel comparto ortofrutticolo, l'allarme è particolarmente alto: arrivano notizie di blocco degli ordinativi e dei flussi di derrate alimentare. Poiché la fruizione nel tempo è limitata, la perdita è secca.
Insomma, mentre il Paese rimane in preda ai timori per il Coronavirus, si iniziano a fare anche i conti dell'emergenza economica. Si entra nel dettaglio di ciò che significa il timore della «recessione». Esiste il rischio di cancellazione del Salone del Mobile o del Vinitaly, per citare due delle manifestazioni italiane più famose nel mondo. Per questo tra le altre proposte, ecco gli indennizzi per la mancata partecipazioni a fiere e mercati. «È prevedibile un impatto negativo anche sul medio e lungo periodo: non solo la mancata partecipazione all'evento in sé, ma tutti gli affari e i contratti che si stendono per anni in tali circostanze. Stavo pensando a fiere per via telematica» spiega Brunetta.
La linea è di collaborazione, anche se non manca qualche critica per come è stata gestita la crisi. Il vicepresidente di Forza Italia, Antonio Tajani, lancia un allarme, insistendo per continuare sulla strada del coordinamento tra Stato, Regioni e enti locali: «Noi siamo contrari a qualsiasi commissariamento, perché non ha dato alcun effetto positivo. Siamo fermamente contrari a togliere alle regioni i poteri che hanno. Serve collaborazione e non lo scontro e ci auguriamo che il governo non voglia imboccare la strada delle polemiche». Anche Brunetta ricorda che collaborazione non significa cecità di fronte agli errori compiuti: «L'emergenza sanitaria deve avere priorità su tutto. Figlia dell'emergenza sanitaria e anche della sua cattiva gestione è l'emergenza economica. Quando la situazione si fa calda bisogna tenere la testa fredda, che non pare il governo abbia tenuto. Noi però non vogliamo fare strumentalizzazioni».
Le proposte per via parlamentare al governo seguiranno due piani: a fianco di quelli più legati ai territori colpiti, anche la richiesta di provvedimenti generali. Come la sospensione dei mutui, valutata con Abi e categorie coinvolte; la sospensione di versamenti imposte contributi ritenute sui dipendenti; riduzione delle aliquote Irap e Imu; ammortizzatori sociali in deroga; rifinanziamento ed estensione del Fondo strutturale per le Pmi con procedere semplificate. Tra le altre richieste rendere sicuri i posti di lavoro.
Per la pubblica amministrazione, si chiede di regolare attraverso i decreti le assenze per ragioni emergenziali. Non è pensabile, ragionano in Fi, che se un sindaco blocca l'accesso ai dipendenti in un Comune, i lavoratori vengano considerati assenti.
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