Forza Italia si prepara. Berlusconi farà l'argine dell'ondata populista

Le elezioni in Germania dimostrano che l'estremismo rallenta ma non è ancora domo

Forza Italia si prepara. Berlusconi farà l'argine dell'ondata populista

Il populismo rallenta, ma non è affatto finito. Il voto tedesco fa suonare se non un allarme, un segnale di sveglia piuttosto forte e rumoroso nel quartier generale di Forza Italia. L'idea di fondo è che in questi mesi che mancano al voto non bisogna rilassarsi ed è necessario lavorare tutti in un'unica direzione, senza dare nulla per scontato. «Deve essere di insegnamento anche per noi» spiega un dirigente azzurro. «Ultimamente forse c'è anche troppo ottimismo, riposto solo giustamente sulle spalle di Berlusconi, ma qui dobbiamo metterci tutti a lavorare sul territorio».

La fotografia tedesca è piuttosto spezzettata e confusa. Il dato che conforta gli azzurri è che la centralità della Merkel resta intatta e, al di là dei tanti commenti in libertà, sarà sempre lei a dare le carte. Un'occasione per Silvio Berlusconi - che giovedì incontrerà a Roma il presidente del Ppe, Joseph Daul - per costituire con lei un asse contro i populismi più estremi. Inoltre, si fa notare, l'inevitabile unione dei diversi che Berlino dovrà mettere in campo non è minimamente paragonabile a quello che potrebbe accadere in Italia con la vittoria di un centrodestra composto da un'ala moderata e ancorata al Ppe e da un'ala sovranista. La coalizione di centrodestra italiana, infatti, ha una storia di convivenza ultraventennale ed è già stata sperimentata al governo.

Il traguardo elettorale, però, è ancora lontano. «Il voto tedesco insegna che non bisogna mai rilassarsi, la stessa Merkel forse ha dato alcune cose per scontate», spiegano gli azzurri da Strasburgo, dove la «coalizione Giamaica» con i Verdi e i Liberaldemocratici viene vista con qualche preoccupazione visto che il pilastro europeista tedesco rischia di essere incrinato. In questo senso l'attenzione è già rivolta a ciò che dirà Mario Draghi oggi a Bruxelles.

«La riconferma di Angela Merkel è una buona notizia per l'Europa» dichiara Deborah Bergamini. «Ma ora la strada è in salita. Per la Germania sarebbe la prima volta di una coalizione a tre partiti, ognuno con matrici politiche e culturali ben definite e difficili da amalgamare. Un orizzonte piuttosto complicato, quindi. Ma è in questo quadro che da oggi l'Italia ha l'opportunità di esercitare un ruolo più importante all'interno della futura stabilizzazione dell'Europa». Maurizio Gasparri, invece, dà una lettura diversa, puntando il dito contro la cancelliera. «Non dobbiamo prendere noi lezioni dalla Merkel ma portare lei a ripetizione da Berlusconi. Il Ppe di Orban argina l'estremismo e difende l'Europa. Quello stile Merkel fa crescere estremismi dannosi e fa danni all'Europa».

Di certo il centrodestra italiano, settimana dopo settimana, continua a poter contare su sondaggi tranquillizzanti e univoci nel loro responso. L'ultimo è quello di Ipsos per il Corriere della Sera sulla Sicilia con Nello Musumeci in testa con il 38% davanti a Giancarlo Cancelleri di M5S valutato al 31%.

Al terzo posto c'è Fabrizio Micari di Pd e Ap fermo al 13%. Quarto Claudio Fava al 10%. Di fatto un vero e proprio crollo del centrosinistra. Del tutto simile a quello sofferto dalla Spd di Martin Schulz a qualche migliaio di chilometri di distanza.

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