Coronavirus

"Ringrazio lo sforzo del Paese". Ora parla il generale Figliuolo

Generale Francesco Figliuolo, iniziamo a vedere la luce in fondo al tunnel? "Le cifre parlano chiaro: abbiamo superato quota 44 milioni di somministrazioni."

"Ringrazio lo sforzo del Paese". Ora parla il generale Figliuolo

Generale Francesco Figliuolo, iniziamo a vedere la luce in fondo al tunnel?

«Le cifre parlano chiaro: abbiamo superato quota 44 milioni di somministrazioni. Significa che oltre 14,8 milioni di persone sono vaccinate, con la prima e la seconda dose, e che ad oltre 29,2 milioni di persone è stata somministrata una prima dose. Su una platea di più di 54 milioni di persone teoricamente vaccinabili, oltre il 54% ha ricevuto almeno una dose. Ma quello che conta è il netto calo dei ricoveri in terapia intensiva . Se l'Italia sta riaprendo e sta riscoprendo il gusto del futuro, come ha detto il presidente Mario Draghi, lo dobbiamo all'enorme sforzo corale del Paese».

Cosa direbbe a un no-vax?

«Che vaccinarsi è essenziale per superare la crisi, far ripartire il Paese e l'esistenza di tutti noi. I vaccini sono la chiave per proteggersi dalla malattia e dai suoi tremendi costi umani, economici e sociali. Per abbattere i rischi, ho ritenuto indispensabile fissare delle priorità per la campagna vaccinale, mirate a proteggere e mettere in sicurezza i più vulnerabili, ovvero gli anziani e i fragili. Ad oggi la percentuale di over 80 che ha ricevuto la prima somministrazione è cresciuta dal 68% al 92%. Per la fascia 70-79 si è passati addirittura dal 20% all'85%, mentre per la categoria 60-69 si è registrato un balzo in avanti che ha portato la percentuale dal 15% al 78%. Bisogna continuare a vaccinare prioritariamente queste categorie, insieme ai più fragili».

Ci sono grosse polemiche legate ad AstraZeneca.

«I vaccini sono autorizzati prima dall'Ema in Europa e poi dall'Aifa in Italia, e - come tutti i farmaci - possono presentare effetti collaterali, ma questi effetti sono statisticamente molto inferiori ai benefici che apportano. In pratica, più la curva dei contagi si riduce, più è doveroso mitigare i rischi. Quindi nello scenario attuale il Cts ha recentemente dato delle raccomandazioni stringenti sull'uso dei vaccini adenovirali. Le valutazioni sull'utilizzo dei vaccini espresse dalle agenzie regolatrici del farmaco si basano sulle evidenze disponibili, e vengono progressivamente aggiornate sulla base di nuovi dati che emergono giorno per giorno. La vaccinazione sta dunque salvando migliaia di vite e questo è un dato inconfutabile».

C'è qualche problema sulle forniture?

«Gli approvvigionamenti stabiliti in sede UE ci consentono di guardare al futuro con un certo ottimismo. Certo, è capitato talvolta che alcune case farmaceutiche non abbiano rispettato con puntualità il calendario, i quantitativi delle consegne o che abbiano consegnato il grosso delle dosi alla fine del trimestre a causa di contratti troppo permissivi. Ma il ruolo della Struttura è anche questo: controllare gli scostamenti e bilanciare verso le Regioni anche con la riserva che ho fortemente voluto».

Cosa accadrà a settembre?

«L'evoluzione sanitaria viene costantemente monitorata dagli organi tecnici sanitari competenti, ed è anche grazie a questa vigilanza che possiamo limitare il diffondersi della pandemia. Sicuramente, c'è accordo sul fatto che la vaccinazione di massa limiti fortemente la circolazione del virus».

Che rischi ci sono con i richiami eterologhi?

«Prendo atto delle evidenze scientifiche. Ci sono due studi clinici, pubblicati nelle ultime due settimane in Spagna e in Gran Bretagna, che mostrano buoni risultati in termini di risposta anticorpale e sicurezza per ciò che riguarda la cosiddetta vaccinazione eterologa. Indubbiamente tutti i cambiamenti avvenuti circa l'utilizzo dei vaccini possono aver generato perplessità, ma una campagna vaccinale mondiale è caratterizzata da grande dinamicità. Una cosa rimane centrale: la salvaguardia migliore della salute di tutti, in un contesto in cui il rischio zero non esiste».

Il piano andrà rivisto?

«Il piano rimane sostenibile. Da qui alla fine di settembre è previsto l'utilizzo complessivo di oltre 54,5 milioni di vaccini mRNA e saremo in grado di coprire l'80% della platea da vaccinare. Nel periodo giugno-settembre impiegheremo circa 990 mila dosi per far completare il ciclo vaccinale agli under 60 che avevano ricevuto la prima dose con AstraZeneca. Per il mese di giugno, già a partire dal 14 sono iniziate distribuzioni apposite per soddisfare tale fabbisogno extra, mentre per luglio e agosto è in corso una pianificazione che permetterà il completo soddisfacimento di tutte le esigenze. L'eventuale mancata approvazione del vaccino Curevac non impatterà sul raggiungimento degli obiettivi».

Ha mai avuto momenti di sfiducia in questi mesi?

«Il mio lavoro si basa sulla programmazione e sulla previsione di eventuali imprevisti. Sono rimasto impressionato dall'impegno generoso di tutti i protagonisti in prima linea nella campagna vaccinale.

Un'opera etica di inestimabile valore per non lasciare nessuno indietro».

Commenti