L'eurozona ha il fiato corto e rallenta. In novembre il ritmo di crescita monitorato è il più basso da quattro anni. Dati negativi raccolti da Pmi di Markit Economics, che registra una contrazione nel tasso di crescita dei nuovi ordini accompagnato da una diminuzione delle esportazioni.
Insomma purtroppo si respira di nuovo aria di crisi e il clima vira verso la preoccupazione rispetto alle prospettive future con conseguenze negative sui prezzi di acquisto e di vendita. Una prima stima, basata comunque sull'85 per cento circa delle consuete risposte mensili, rivela che l'indice IHS Markit Pmi Composito dell'Eurozona è crollato dal 53,1 di ottobre al 52,4 di novembre, segnando un record negativo da dicembre 2014.
A incidere sul segno negativo in particolare il rallentamento del flusso dei nuovi ordini, che ha registrato la più forte contrazione dall'inizio del 2015.
Si tratta del secondo calo mensile consecutivo degli ordini destinati al mercato estero sia del settore manifatturiero sia del terziario che corrisponde alla peggiore contrazione di questo nuovo indice nato 4 anni fa. Markit osserva che il rallentamento della crescita dell'attività è stato maggiore nel manifatturiero, settore in cui la produzione ha indicato valori di incremento solo marginali. Dato che si tratta del secondo calo consecutivo mensile di ordini ed esportazioni nel settore manifatturiero, la crescita della produzione in sostanza ha subito un vero e proprio stop.
A che cosa è dovuta la spirale negativa? Per le aziende manifatturiere lo stop del settore è dovuto ad un calo della domanda globale, alle crescenti incertezze politiche ed economiche, alle guerre commerciali e soprattutto alla difficoltà del mercato dell'auto.
Il settore terziario è apparso più resistente ma nel mese di novembre anche il tasso di espansione del settore terziario ha rallentato. Il flusso delle nuove commesse dei servizi ha registrato i valori minimi in 25 mesi. Anche le commesse estere hanno registrato una forte contrazione.
Le conseguenze concrete sono pensanti perché le aziende si sono viste costrette a ridimensionare i piani di espansione in linea con il calo degli ordini.
Le prospettive sono diventate più limitate e dunque anche la crescita occupazionale è rallentata registrando nel complesso il valore minimo in 22 mesi. Insomma le aspettative di crescita da qui ad un anno sono crollate ai minimi in quattro anni, conclude Markit.
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