New York. Joe Biden stanzia fino ad altri 600 milioni di dollari per la difesa dell'Ucraina e prepara ulteriori sanzioni contro la Russia, mentre i ministri degli Esteri del G7 si riuniscono nuovamente oggi per fare il punto sulla situazione e così i ministri della Ue per discutere ulteriori sanzioni. Un alto funzionario della difesa Usa ha spiegato che Mosca è «sempre più» frustrata per la mancanza di slancio nelle ultime ore, in particolare nelle zone settentrionali dell'Ucraina: «Continuiamo a credere, sulla base di ciò che abbiamo osservato, che la valida resistenza di Kiev sia maggiore di quanto si aspettassero i russi».
Intanto il presidente americano ha firmato un memorandum che autorizza a fornire assistenza militare immediata all'Ucraina per un valore sino a 600 milioni di dollari: ai sensi del Foreign Assistance Act del 1961, il segretario di stato deve determinarne l'ammontare. Il titolare di Foggy Bottom Antony Blinken ha già annunciato l'invio di 350 milioni in nuovi aiuti militari: si tratta di «risorse difensive che consentiranno di combattere le minacce corazzate, aviotrasportate e altre minacce - ha precisato Blinken - un altro chiaro segnale che gli Stati Uniti sono a fianco della popolazione ucraina». Gli ultimi fondi portano a oltre un miliardo di dollari il totale dell'assistenza in sicurezza degli Usa a Kiev nell'ultimo anno.
Sul fronte delle sanzioni, invece, Washington sta valutando misure contro la Banca Centrale russa, una mossa che farebbe finire nel mirino 643 miliardi di dollari di riserve che Putin ha accumulato prima della pianificata invasione. Inoltre, anche gli Usa stanno seriamente considerando l'ipotesi di espellere la Russia dal circuito Swift delle transazioni internazionali: secondo l'agenzia Bloomberg, Biden potrebbe cercare di spingere per una direttiva dell'Ue necessaria per vietare Swift a Mosca, e la Casa Bianca sta discutendo dell'ipotesi con la Fed, che siede nell'organismo di supervisione di Swift. «L'alternativa all'imposizione di dure sanzioni sarebbe la terza guerra mondiale», ha detto il Comandante in Capo in un'intervista. «Ci sono due opzioni: o la terza guerra mondiale o far pagare» un prezzo alto alla Russia, ha spiegato, sottolineando che queste misure «sono le più ampie della storia dal punto di vista economico e politico».
Gli Usa sono anche pronti ad aiutare Volodymyr Zelensky a lasciare Kiev per evitare di essere catturato o ucciso dalle forze russe, un'offerta però rifiutata dal presidente ucraino: «La battaglia è qui. Mi servono munizioni, non un passaggio», ha detto secondo Associated Press. Zelensky ha poi riferito di una nuova conversazione con il presidente francese Emmanuel Macron: «Armi ed equipaggiamenti da parte dei nostri partner stanno arrivando in Ucraina. La coalizione contro la guerra sta funzionando».
Quindi è arrivata la svolta della Germania, con il cancelliere Olaf Scholz che ha autorizzato la fornitura di armi: Berlino «ha appena annunciato la fornitura di lanciagranate anticarro e missili stinger, continua così, cancelliere», ha commentato il leader di Kiev. Il quale poi è tornato a fare pressione per l'ingresso nell'Ue: «L'Ucraina sta difendendo la sua libertà e il futuro europeo. Ho parlato con la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen di un'assistenza efficace da parte dell'Unione in questa lotta eroica. Ho fiducia scelga l'Ucraina», ha twittato Zelensky. Il presidente ha sentito anche il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, al quale ha detto che «è un momento cruciale per chiudere una volta per tutte la lunga discussione e decidere sull'adesione dell'Ucraina alla Ue».
La Turchia intanto valuta se bloccare le navi militari russe nel Mar Nero, ma smentisce che la decisione sia stata presa, nonostante le parole di Zelesnky: «Ringrazio il mio amico Erdogan e il popolo turco per il loro forte sostegno.
Il popolo ucraino non lo dimenticherà mai». E da Helsinki arriva la notizia che il parlamento discuterà la richiesta di adesione alla Nato: l'iniziativa popolare ha superato la raccolta di 50mila firme necessaria perché l'assemblea affronti l'argomento.
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