Coronavirus

L'Italia del buon cuore tra cestini e collette

La solidarietà si organizza online. E c'è chi si propone per badare agli animali o curare l'orto

L'Italia del buon cuore tra cestini e collette

Il momento è difficile, ma l'Italia sta mostrando il suo lato migliore. Con centinaia di persone che non hanno neanche i soldi per mangiare e gli aiuti statali ai Comuni che si vedranno solo tra qualche giorno, tra la popolazione è scattata una vera e propria gara di solidarietà.

Le iniziative si sprecano. La Fondazione Banco alimentare di Milano, ad esempio, sta indirizzando tutte le richieste di aiuto alle strutture caritative più vicine a chi chiede aiuto. Tra tutte c'è la Croce verde di Baggio che ha messo a disposizione un servizio di consegna di spesa e medicinali a casa per disabili, over 65 e persone che non possono muoversi perché in quarantena.

A Rosignano Marittimo, in provincia di Livorno, Misericordia e Pubblica assistenza hanno attivato servizi di consegna alimenti ma anche di aiuto per accudire animali domestici e da cortile e per il mantenimento dell'orto.

Per chi non ha possibilità di acquistare il cibo, a Garlenda, in provincia di Savona, gli amministratori di un gruppo Facebook hanno promosso un'iniziativa per le famiglie bisognose che si chiama «riempi il carrello di solidarietà». Chi va a fare la spesa può acquistare prodotti, lasciarli in un apposito cesto e il parroco si occuperà di ritirarli e distribuirli a chi ha necessità.

La Croce rossa italiana cerca volontari temporanei e all'appello hanno già aderito in molti, anche militanti di Casapound, che vengono utilizzati per la consegna del cibo. I volontari dei circoli operai di Lotta comunista di Genova si sono resi disponibili per la distribuzione della spesa ma anche per parlare al telefono per chi si sente solo.

Centinaia, quindi, le raccolte online. Diverse quelle che passano per i gruppi Whatsapp o Telegram che chiedono piccole donazioni su conti correnti comunali. I soldi vengono utilizzati per l'acquisto di cibo e generi di prima necessità.

A Roma c'è chi porta da mangiare agli extracomunitari della stazione Tiburtina, con qualche problema, visti gli assembramenti vietati. E ci sono anche singoli cittadini che promuovono collette o iniziative solidali. C'è chi, come il giornalista Salvatore Dama, pubblica instant book in vendita su Amazon per raccogliere fondi per l'ospedale Giovanni XXIII di Bergamo (il suo libro si intitola Scendo a pisciare il cane di peluche).

Fratelli d'Italia, come spiega il responsabile nazionale del Dipartimento immigrazione Paolo Diop, invece, «si sta impegnando per promuovere una norma che dia aiuti diretti alle persone con disabilità, soprattutto autistiche», in questo momento in cui le famiglie non possono lavorare.

Ma ci sono anche rappresentanti delle forze dell'ordine che, al di là del loro impegno in divisa sul campo, stanno cercando di aiutare i più bisognosi con iniziative personali.

È il caso di un rappresentante dell'Arma di Napoli, che ha fatto la spesa a un 87enne che aveva chiamato il 112 perché non aveva più cibo.

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